Il lavoro c'è, ma soprattutto per gli extra-comunitari secondo i dati rilevati dall'Inps. All'istituto previdenziale risultano iscritti, al 31 dicembre 1998, duecentotrentamila extra-comunitari, settantamila in più rispetto al 1997, e il loro contributo è pari a circa duemilacinquecento miliardi di lire. A sostenerlo è un'inchiesta de "Il Sole ventiqurìattro ore", che cita anche altri dati: al primo gennaio 1998 gli extracomunitari presenti in Italia erano 1.240.721, i permessi per motivi di lavoro 756.829, di cui 32.938 per lavoratori autonomi. Gli irregolari, invece, sono stimati in circa settecentomila unità. (FM)

La gran parte della manodopera extracomunitaria è impiegata nel commercio. Secondo dati del 1997, infatti, il commercio assorbe il 28,9 per cento di chi è in regola, il settore metalmeccanico il 23,2 per cento, l'edilizia il 12,6 per cento, la chimica il 9,3 per cento, il tessile il 6,3 per cento, i trasporti il 4,5 per cento, l'arredamento il 4,1 per cento.

Al Nord prevale il lavoro in fabbrica, soprattutto nelle fonderie e concerie, al Centro e al Sud sono più numerosi gli impiegati nel commercio, facchinaggio, imprese di pulizia e collaboratori domestici. Al Sud, poi, il 60 per cento dei lavoratori nell'agricoltura sono extracomunitari e solo il 15 per cento è in regola.