Coincidenza vuole che questo vertice euroasiatico sull'Ambiente capiti proprio nei giorni in cui si ricorda la tragedia del Vajont
E dunque siamo alla vigilia di un altro vertice eccezionale, uno di quei vertici dove le citta vengono tirate a lucido e gli amministratori ci spiegano che se ci saranno disagi, ebbene ne vale la pena, non capita tutti i giorni di organizzare una vetrina di questi livelli. Fa niente se si militarizza la città o improvvisamente gli stessi cittadini diventano off limits nel proprio luogo di vita e movimento: l'importanza dell'evento impone il sacrificio!
Coincidenza vuole che questo vertice euroasiatico sull'Ambiente capiti proprio nei giorni in cui si ricorda la tragedia del Vajont. Tragedia, come ha evidenziato lo stesso presidente Ciampi, che ha responsabilità specifiche ed evidenti, e che sono riconducibili essenzialmente alla volontà dell'uomo (e quindi dei governi e delle imprese) di snaturare l'ambiente per costringerlo a diventare un "buon affare", rendere cioè quello che è e dovrebbe rimanere un bene comune dei cittadini e dei popoli, un investimento interessante e interessato per trarne profitto. Se poi ci scappa la tragedia, si può sempre sostenere che la natura non si fa imbrigliare e comunque qualche ingegnere - di secondo o terzo grado - a cui imputare la colpa si trova sempre..... è il gioco dei governi e dei poteri industriali. La storia di questi ultimi decenni è piena di "tragedie naturali", e guarda caso sono tutte disgrazie avvenute dove l'uomo (ed i governi compiacenti) hanno modificato l'Ambiente e lo status normale delle cose. La desertificazione dell'Africa subsahariana in relazione coi processi di coltivazione intensiva e monocoltivo, il ricorrente fenomeno del Niño con l'abbattimento delle foreste amazzoniche, le alluvioni del sud est asiatico con la deviazione di fiumi e/o abbattimento di barrriere naturali dei venti, lo scioglimento dei ghiacciai perenni con l'emissione incontrollata di gas, il cambiamento climatico e del mondo animale e vegetale con la manipolazione genetica, l'aumento della fame endemica con il brevetto delle sementi, ecc. ecc. I governi, quelli del Nord (potenti) e quelli del Sud (costretti a mendicare), si arrogano il diritto di prendere decisioni importanti in vertici a porte chiuse, poichè gli esperti del ramo sanno quale consigli e quali strategie suggerire per il Bene Comune. Ma il "bene comune" non è un'astrazione, è l'insieme dei cittadini, delle istituzioni, dei mezzi, delle risorse, delle culture, delle modalità, che fanno si che una moltitudine di individui costruiscano una comunità invece d'essere un insieme di individui in concorrenza, in competizione fra loro. Ma cosa significa oggi "Bene Comune"? Il sistema di sviluppo capitalistico imperante ci costringe a un mondo dove oltre 3 miliardi di persone vivono con meno di 8 centesimi di Euro e almeno 1 miliardo di queste non ha accesso all'acqua potabile mentre, nello stesso mondo, le vacche europee e statunitensi hanno il diritto di ricevere 2 dollari al giorno come incentivi e sovvenzioni all'agricoltura (ma non eravamo quelli del libero mercato???!!!). Di fatto, questo tipo di politica dello sviluppo - tra governi e/o con la mediazione delle imprese - ha generato e serve solo a creare disparità e aumentare la violenza. E per quante guerre preventive in nome della democrazia (mentendo sapendo di mentire!!) si vogliano fare, il dato di aftto di questa disegualianza non cambia, anzi le coste del mondo occidentale saranno sempre più oggetto di "invasione" e miraggio per chi sopravvive con meno di 1 dollaro al giorno.
In occasione di questo vertice a Lecce, come membro della Piattaforma delle ONG di Educazione allo Sviluppo nonchè componente il gruppo di studio delle ONG del Semestre Europeo, ho chiesto al Ministero competente di poter partecipare ai lavori con e a nome di altri colleghi del settore. La risposta ricevuta e che riporto testualmente è stata: ".......spiacente di informarla che i processi ASEM non prevedono la possibilità che le ONG partecipino ai lavori. I Vertici ASEM sono infatti riunioni a porte chiuse dove solo le delegazioni dei paesi membri possono accedere. Ho consultato la Commissione Europea..... e mi dicono che la possibilità del coinvolgimento di ONG nei processi ASEM è ancora in discussione nei tavoli negoziali e non ha ancora trovato consenso da parte di tutti i partner ASEM." La cordialità e la franchezza della risposta, frutto dell'onestà intellettuale della dirigente, riflette in modo evidente quanto sopra menzionato, e cioè, che gli interessi in gioco in questi processi non comprendono il confronto con altre visioni di sviluppo, nè tantomeno c'è la prospettiva di una capacità critica del proprio operato alla luce dei fallimenti degli ultimi vertici a porte chiuse: Kyoto, Seattle, Monterrey, Genova, Cancun. L'elemento di continuità di tutti questi vertici è sempre stato la ricerca di formule di sviluppo per il bene comune, ma le uniche cose che da tutto ciò è uscito fuori è stata la deleggittimazione dell'ONU, la pretesa degli USA come modello imperante, l'aumento delle violenze e delle incertezze in ogni angolo del mondo, la crisi dello Stato Sociale, l'avvento del populismo da baraccone mediatico (dal Silvio nazionale al Terminator americano) e, sorpresa, un nuovo soggetto politico che vuol essere ascoltato: il Movimento dei Movimenti, perchè questo Mondo non è in vendita! nè può accettare che i destini del'umanità - milioni di uomini e donne, vecchi e bambini - possano essere gestiti e decisi nelle zone rosse in vertici a porte chiuse, dove nelle vetrine tirate a lucido e sui tavoli di lavoro, tra una stretta di mano e l'altra, si contempla lo splendore dell'evento (magnifica opportunità) senza accorgersi dell'immensa richiesta di LEGALITA' democratica che in modo sempre più incessante migliaia di cittadini, in ogni parte del mondo, continuano a sostenere.
Se la politica dei vertici e delle zone rosse punta a difendere la sopravvivenza competitiva, a garantire la crescita del capitale finanziario e quindi la ricchezza nazionale per entrare nella lista dei "grandi" (schiaccindo e deviando ogni dissenso), la POLITICA dei movimenti reinventa il concetto stesso di democrazia a livello mondiale. E lo reinventa in termini di democrazia diretta, rappresentativa, partecipativa, a partire da ogni città, territorio, municipio e regione del mondo. Per questo anche a Lecce, nei prossimi giorni, affermeremo che nessuna politica del bene comune può essere realizzata con la strategia delle zone rosse e dei vertici a porte chiuse. E che nessun muro, per quanto grande che sia, ha mai difeso gli imperi dalla caduta e dalla necessità, volenti o nolenti, di contaminazione con la storia dei popoli in Movimento.
Carlo Mileti
Piattaforma Naz.le ONG di Sviluppo/Semestre Europeo
Resp. Educazione allo sviluppo, CTM-Lecce
Autore: Carlo MIleti