"Il Sud non più terra estrema, l'ultima Thule dello sviluppo, ma una postazione d'avanguardia, quella che deve giocare in prima persona la carta dell'incontro con altri popoli del Mediterraneo", il sociologo Franco Cassano ha sintetizzato nel suo libro Paeninsula. Sarà proprio la spontanea predispozione dei pugliesi e dei salentini allo scambio socio-culturale a dare una grande possibilità di sviluppo. Voglia di normalità, voglia di affermare la propria positività; le potenzialità inesplose a causa della troppa vicinanza ai Balcani e alla guerra combattuta ad un tiro di schioppo. La guerra non è in Puglia, qui c'è solo tanta voglia di vivere, di progredire e non mancano i mezzi e la volontà per aiutare i fratelli più sfortunati. Le centinaia di persone che sbarcano con mezzi di fortuna sulle coste del Salento vengono immediatamente prelevate e portate nel centro di Otranto intitolato a don Tonino Bello entrato in funzione nel mese di febbraio. Lì i profughi vengoni rifocillati, visitati e vestiti e, successivamente, portati in altri due centri. Presso il centro di Otranto collaborano la Caritas, l'associazione "Misericordie", l'"Agimi" e la "Cb D'Amely" di Melendugno e la Asl Le/2 coordinata dal dottor Francesco Mancarella. (MN)