Lo scopo della campagna è quello di prevenire l’accesso al fumo da parte dei minori, sensibilizzando gli adulti, in particolar modo i tabaccai.
E' arrivato questa mattina a Taranto, ed è parcheggiato in via Mignogna, adiacente a piazza della Vittoria, il bus allestito con pannelli informativi simbolo della campagna ‘Noi non dobbiamo fumare' - voluta dal Moige – Movimento Italiano Genitori e da Fit – Federazione Italiana Tabaccai per prevenire il fumo minorile. Il Bus rimarrà in Puglia per 4 giorni, a Taranto, oggi e domani, per poi spostarsi a Bari mercoledì e giovedì. Questo II tour - che segue a quello del 2006 - è partito lo scorso 14 maggio da Cagliari e si concluderà il 28 giugno. In 38 giornate coinvolgerà ben 14 regioni e 21 città distribuendo nelle piazze e nelle tabaccherie circa 3 milioni di depliant e 20.000 opuscoli informativi.
Lo scopo della campagna è quello di prevenire l'accesso al fumo da parte dei minori, sensibilizzando gli adulti, in particolar modo i tabaccai. Non solo perché lo dice la legge – in Italia i minori di 16 anni non possono comperare tabacchi – ma anche perché lo dicono il buon senso e numerose ricerche che confermano la maggiore pericolosità del fumo per gli adolescenti. Secondo l'indagine Istat ‘Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari', riferita al periodo compreso tra il dicembre 2004 e marzo 2005, il 49,9% delle persone (praticamente la metà) inizia a fumare nell'adolescenza e in età giovanile; di questi il 5,1% ha iniziato a meno di 14 anni e il 21,6% tra i 14 e i 15 anni.
L'inizio precoce (prima dei 14 anni), infine, è più frequente fra gli uomini; il 6% di questi ha iniziato prima dei 14 anni contro il 3,7% delle donne. E' confermato poi che per chi inizia a fumare in età minorile smettere è più difficile e maggiori sono le possibilità di diventare, da adulti, forti fumatori. Il quadro si fa particolarmente preoccupante se si considerano anche i dati della ricerca SWG per Moige. Secondo la ricerca, condotta su un campione di 400 tabaccai aderenti a Fit e 5.000 genitori con figli tra gli 11 e i 17 anni, più di un terzo dei genitori ammette di sapere che almeno il figlio fuma e ben 12 su cento dichiarano che lo fa regolarmente. Un'abitudine più radicata se in famiglia c'è già un adulto che fuma (in tal caso la quota degli adolescenti che fumano regolarmente sale fino al 21 per cento). Farli smettere è difficile, l'87% dei genitori ci ha provato, ma il 60% di questi non ha ottenuto alcun risultato. Dall'indagine Swg emerge anche una cattiva abitudine degli adulti; circa il 47% manda ‘sempre' o ‘qualche volta' il figlio a comperare le sigarette per proprio conto.
Una richiesta che facilita l'accesso dei minori al fumo e che mette in difficoltà i tabaccai che, per legge, non devono vendere tabacchi ai minori e che, in caso di dubbio, sono anche autorizzati a richiedere un documento di identità. Proprio in base a questo quadro, piuttosto preoccupante, lo scorso anno il Moige, insieme alla Federazione Italiana Tabaccai, con il patrocinio dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, dell'Istituto Italiano di Medicina Sociale e ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani, con il contributo di British American Tobacco Italia, Imperial Tobacco Italy, Jt International Italia, della Philip Morris Italia e il supporto logistico di Logista, ha dato il via alla campagna di prevenzione dell'accesso al fumo in età giovanile chiamata ‘Noi non dobbiamo fumare' (www.noinondobbiamofumare.it