E dire che per ilMilan sembrava l'ennesima giornata dritta e su un pareggio ci scommettevano in pochi. E invece il Lecce riesce a raddrizzare un risultavo negativo al 93'.

Pato, in campo da un minuto, se ne va sulla destra deciso, cerca e trova Ronaldinho che, dal centro dell'area, piazza la zampata vincente. Ma un gol non basta: troppa la paura di non difendere quel gol prezioso, troppe palle sprecate nel corso di una gara giocata a tratti di fino ma con la giusta ruvidezza nei frangenti che lo richiedono. Ancelotti conferma la formazione ipotizzata alla vigilia. Beretta sceglie uno schieramento guardingo con Diamoutene e Antunes in difesa e un centrocampo pronto a troncare sul nascere l'iniziativa dei più talentuosi uomini di Ancelotti che cercano la via della verticalizzazione.

Prova Borriello a scardinare l'attenta retroguardia ma quando aggiusta la mira Benussi gli calma i bollori. L'attaccante, da pochi passi, fallisce sulla respinta al 7' mentre al 35' è Diamoutene a pararsi sul suo cammino, salvando sulla linea di porta. I giallorossi, nel primo tempo, si vedono poco. Unico spunto degno di nota un tiro di Cacia che sfila a lato di poco. Ripresa più vivace. 2' Giacomazzi su corner di Zanchetta, mette fuori. Kaka' ci prova ma, a Benussi battuto, sfiora il palo. Preme il Milan, il Lecce subisce. Jankuloski sfiora il vantaggio ma trova il tuffo plastico del portiere leccese. Il Milan reclama un calcio di rigore per atterramento di Bonera ad opera di Stendardo: Bergonzi sorvola. Il Lecce perde Polenghi e non sa, che si rivelerà una fortuna. Dentro Esposito. Ancelotti gioca i jolly: Inzaghi e Pato che dà il via alla manovra del gol tutto brasiliano servendo l'assist vincente a Ronaldinho. Esposito, profeta in patria, è l'uomo della provvidenza salentina.