Le società medio-piccole che fanno riferimento al gruppo Della Valle hanno formato un consorzio per trattare separatamente i diritti tv, internet e Umts
Ripartizione delle risorse, diritti televisivi, questione arbitrale: è una Lega Calcio sempre più divisa quella che esce dall’assemblea di ieri (riservata alle società di serie A) e dalle polemiche dei giorni che l’hanno preceduta. Adriano Galliani, presidente in scadenza di una Lega per il cui vertice la nuova elezione appare ancora lontana a venire, ha ribadito che il problema principale è sempre e solo quello della ripartizione delle risorse. E che la questione sia economica appare evidente dalle richieste che gli arrivano, anche se nascoste da questioni di principio che sembrano però nascere dall’obiettivo di raggiungere possibili nuovi ricavi.
Le società medio-piccole che fanno riferimento al gruppo Della Valle hanno formato un consorzio per trattare separatamente i diritti tv, internet e Umts, ma hanno anche chiesto una revisione della delibera del ’99, valida fino al prossimo giugno, incentrata sulla mutualità. In tutto questo, si inserisce la polemica sugli arbitri, acuita dal presidente del Cagliari, Cellino, dopo Cagliari-Juventus e ribadita anche oggi prima dell’assemblea: «Non sudditanza psicologica ma prostrazione voluta» degli arbitri verso le grandi società, secondo Cellino. Galliani, su questo, non gli dà retta: «Gli arbitri non dipendono dalla Lega ma dalla Federazione, il Milan e la Juve sono in testa per merito dei propri giocatori ma oggi si può dire tutto e io non voglio rispondere a tutto».
L’unica cosa che fa sorridere Galliani, prima di accigliarsi per parlare di soldi e tv, è la risposta a voci di un suo dissidio con la dirigenza Juventus. «Abbiamo e continuiamo ad avere un ottimo rapporto», ha detto prima di scherzarci su: «Se dicono che abbiamo litigato sabato forse sarà per via delle squadre primavera».
Con la nascita del consorzio è difficile non credere a una frattura, anche se Diego Della Valle, patron della Fiorentina e personaggio di riferimento dei «dissidenti», ha spiegato che questa non è polemica nei confronti di Galliani. Ma, a precisa domanda, ha risposto con un laconico: «Faccia lei...».
Il consorzio divide in due la Lega. Sono dieci le società a formarlo (Atalanta, Bologna, Brescia, Cagliari, Fiorentina, Lecce, Livorno, Palermo, Sampdoria e Udinese), ma di fatto salgono a undici con il Chievo, il cui assenso, pur se non formalizzato oggi, è dato per scontato.
Le frecciate nei confronti delle grandi società e di Galliani sono giunte in particolare da Della Valle («a suo tempo nessuno ci ha messo al corrente delle conseguenze dei nuovi scenari sui diritti televisivi»), da Gazzoni («il caviale e il fois gras sono Inter, Juventus e Milan; la bistecca, che occorre tutti i giorni, siamo noi»), da Corioni («la Lega non funziona: a Galliani non basta il potere del Milan, vuole anche quello della Lega»).
Galliani non ha visto chiaramente di buon occhio la nascita del consorzio e ha chiarito che lui la vede in modo diverso ma ha detto di «rispettare la scelta», difendendo la propria presidenza con i numeri: «Questa stagione ha il record assoluto di tutti i tempi per i ricavi del prodotto calcio, siamo passati da 498,7 milioni nel 2003-04 ai 568,6 attuali». E ha chiosato con quello che ha detto essere il suo motto: «Più di prima, meno di domani».