La struttura ospedaliera si avvale di ditte e cooperative appaltatrici che sono fuori dal proprio controllo in fatto gestionale
In riferimento alla questione che vede coinvolto l'ospedale di Gallipoli in questi giorni, la sez. gallipolina di FEDERCONSUMATORI sottolinea come non sia assolutamente accettabile che riguardo ad un presidio ospedaliero, ove dovrebbe essere garantita la massima igiene e la sicurezza per il paziente, possano sorgere anche solo dubbi circa l'attuazione di certe misure igieniche così basilari ed elementari. Qualora dovesse essere accertata la fondatezza di quanto denunciato dal Tribunale del malato di Gallipoli, si sarebbe di fronte ad un fatto senza dubbio indecoroso: lunedì 23 aprile nei contenitori di pane e frutta del servizio mensa dell'ospedale Sacro Cuore di Gesù, sarebbero state ritrovate tracce e avvertiti odori di urine di gatto. Sulla questione - che è bene ribadire è tutto da chiarire - è stata già aperta un'inchiesta interna e l'ultima parola spetterà alle analisi affidate ai laboratori del dipartimento di prevenzione della Asl. Tuttavia la FEDERCONSUMATORI di GALLIPOLI (associazione a tutela e salvaguardia dei diritti dei cittadini-utenti) ritiene opportuno evidenziare la gravità di un simile dubbio: esistono norme che attribuiscono alla Direzione Sanitaria di un presidio ospedaliero, non solo le competenze e il dovere di verificare sul rispetto da parte del personale delle buone regole di pratica igienistica, ma ha anche – se del caso - il potere gerarchico di impostare processi sanzionatori per chi non le rispetta; ciò, naturalmente, nell'interesse dei cittadini ai quali sono indirizzate tutta una serie di altre attività proprie del Direttore Medico di Presidio tra cui rientrano – accanto alla garanzia della buona attività ordinaria ospedaliera, al controllo sul corretto smaltimento dei rifiuti ospedalieri e sulla corretta esecuzione delle pulizie - anche la sorveglianza su tutta la catena alimentare. La Federconsumatori di Gallipoli, rivolge un appello soprattutto agli organi ispettivi il cui intervento appare doveroso, indipendentemente dalla fondatezza della notizia specifica relativa ai cattivi odori all'interno del contenitori alimentari, al fine di assicurare determinati standards igenici e ripristinare - così - uno certo stato di tranquillità nell'utenza e nella cittadinanza tutta; ma coglie l'occasione per manifestare anche agli amministratori del presidio un esigenza collettiva che è quella vigilare sull'efficienza della struttura ospedaliera, ribaltando, se del caso, il concetto di risparmio sui servizi affidati ai privati: la struttura ospedaliera si avvale di ditte e cooperative appaltatrici che sono fuori dal proprio controllo in fatto gestionale, ma l'aggiudicazione dei servizi di ristorazione, pulizia ecc non può assolutamente (e non deve) basarsi su criteri di valutazione che privilegiano il prezzo rispetto alla qualità con risultati dubbi dal punto di vista dell'efficienza del servizio e, conseguentemente, della stessa convenienza economica. Le esternalizzazioni – che spesso diventano solo lo strumento per creare rimpalli di responsabilità tra le amministrazioni degli ospedali e le ditte appaltatrici - dovrebbero costituire un effettivo risparmio fruttuoso, ma così certamente non è… se a subirne le conseguenze sono i pazienti…