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Ifel-Anci, Napoli: ridefiniamo il ruolo dell'ente locale e implementiamo la sussudarietà orizzontale

Data: 31/10/2008 - Ora: 11:08
Categoria: Economia

Si discute molto, ultimamente, di federalismo fiscale e del conseguente impatto sulle politiche sociali e sanitarie.

Di seguito riportiamo l'intervento del Presidente IFEL, nonché Vice Presidente ANCI, Osvaldo Napoli sul federalismo fiscale sul sito della Fondazione IFEL (www.fondazioneifel.it).

"Con grande affetto partecipo a quest'iniziativa editoriale della Fondazione IFEL, soprattutto in questo momento di grande attenzione alle tematiche del federalismo fiscale. L'analisi legislativa di qualsivoglia progetto federalista, non può prescindere da quanto disposto dalla legge 8 novembre 2000, n. 328 recante "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali". Tale norma ha, infatti, "completato" – prima della riforma del Titolo V della Costituzione – il sistema di protezione sociale e di welfare state.

Per quanto attiene alle conseguenze più propriamente istituzionali, l'assetto definito dalla legge quadro implica un ripensamento generale e approfondito delle modalità e delle azioni che hanno caratterizzato gli interventi e i servizi sociali in Italia. Ciò, di conseguenza, ha riflessi operativi immediati sui rapporti tra i diversi livelli istituzionali burocratici e tra questi ultimi e gli attori della società civile (terzo settore). Da ciò consegue che le vere partite sul welfare si giocano a livello locale. Infatti, nell'architettura complessiva del disegno riformatore, un ruolo da protagonisti è riconosciuto ai Comuni, enti territoriali cui spetta la titolarità delle funzioni amministrative concernenti gli interventi sociali svolti a livello locale, che si sono trovati dunque ad assumere maggiori responsabilità.

Si discute molto, ultimamente, di federalismo fiscale e del conseguente impatto sulle politiche sociali e sanitarie. Le statistiche indicano che in Italia la spesa pubblica dedicata a servizi e interventi sociali dei comuni ammonta a 5,7 miliardi di euro, pari allo 0,4% del PIL, valore che ci colloca agli ultimi posti in Europa. Rispetto a 10 anni fa, quando il valore era allo 0,3%, si registra certo una crescita, ma anche una complessificazione dei bisogni della società, in specie quelli legati alla popolazione anziana e alle diverse forme di disagio. Per affrontare le nuove sfide, le risorse tuttavia sono in calo. Quindi, mentre da un lato, ai comuni sono richieste nuove responsabilità, dall'altro, le risorse a loro disposizione subiscono riduzioni.

In questo senso, non possiamo non evidenziare la necessità di proporre formule e strumenti che se, da un lato, riconoscano l'azione virtuosa dei comuni "capaci", dall'altro, mettano nelle condizioni di agibilità anche i comuni che faticano maggiormente ad assicurare le prestazioni essenziali. Il settore dell'assistenza – a differenza di quanto accade nel comparto della sanità, dove si registra una maggiore presenza di strutture private for profit impegnate nell'erogazione delle prestazioni – storicamente è "popolato" da enti non profit, "collegati" agli enti locali. Laddove i comuni mostrano inefficienze o anche solo impossibilità a prevedere adeguati investimenti nei servizi socio-assistenziali un federalismo equo e solidale dovrebbe poter prevedere interventi e azioni, attraverso i quali: attivare e/o valorizzare il sistema delle organizzazioni non profit presenti sul territorio; sostenere i comuni (meglio se in forma associata) nella definizione di politiche di verifica, monitoraggio e valutazione delle azioni e degli interventi realizzati; prevedere interventi in cui stabilire una necessaria cooperazione / partnership tra istituzioni locali e soggetti non lucrativi, in specie per quanto attiene ai servizi innovativi per quel determinato territorio. La realizzazione – nel contesto istituzionale e sociale italiano – di un federalismo moderno e socialmente sostenibile passa necessariamente attraverso una efficace implementazione del principio di sussidiarietà orizzontale e attraverso una ridefinizione del ruolo dell'ente locale".

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