La Commissione del Dipartimento Affari Civili del Ministero dell'Interno ha riconosciuto il carattere di vittime di criminalità mafiosa, agli agenti della vigilanza privata Pulli, Arnesano e Patera, uccisi in occasione della strage della Grottella il 6 dicembre 1999, in Salento, e a Renata Fonte uccisa nel marzo 1984, a Nardò. Ne dà notizia il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano. Le tre guardie giurate furono uccise in un assalto al furgone portavalori sul quale si trovavano compiuto da parte di un gruppo armato aderente ad un clan tra i più efferati della organizzazione mafiosa salentina Scu. Renata Fonte fu uccisa a 34 anni la sera del 31 marzo '84 a Nardo', dove era assessore comunale del Partito Repubblicano. Per la sua morte sono stati condannati all'ergastolo - con una sentenza divenuta definitiva - l'ex consigliere comunale repubblicano neretino Antonio Spagnolo e Giuseppe Durante, l'uno come mandante e l'altro come esecutore dell'omicidio: secondo la ricostruzione fatta nel processo, la donna - che era sposata e aveva due figlie - fu uccisa perchè si opponeva ad una grossa speculazione edilizia a pochi metri da dove era previsto sorgesse il Parco naturale attrezzato di Porto Selvaggio. Dal riconoscimento - si aggiunge nella nota - derivano effetti di carattere economico, «e non solo», per i familiari delle vittime. «Questo ulteriore segno di vicinanza dello Stato - si conclude - segue la consegna della Medaglia d'Oro alla Memoria dei tre vigilanti e colma una lacuna, durata troppo tempo, per l'omicidio dell'assessore Fonte».