Riceviamo e pubblichiamo la lettera dei Fisioterapisti di Lecce
La categoria dei fisioterapisti e tutte le persone disabili hanno subito un duro colpo dal nostro governo: la legge n. 27 del 3 febbraio 2006 approvata dal Parlamento prevede la possibilità di equipollenza tra laureato in Scienze Motorie (attuale titolo di studio degli Insegnanti di educazione fisica) e laureato in fisioterapia (attuale titolo di studio dei Fisioterapisti) attraverso un non meglio definito "corso su paziente".
Con una norma di tre righe, nascosta tra le pieghe di un decreto di fine legislatura, è passata una legge che mette a rischio la salute dei cittadini, perché tenta di affidare la Riabilitazione a laureati che seguono un corso di studi (DL 178 del 8 maggio 1998) che non prevede l’acquisizione di alcuna competenza sanitaria ed è privo di qualunque abilitazione all’esercizio di professione sanitaria. Ciò significa che un operatore che da sempre lavora sulle persone sane attraverso il potenziamento di muscoli e che nulla conosce delle persone ammalate e delle loro patologie, potrebbe addirittura arrivare ad occuparsi della riabilitazione dell’ictus, della sclerosi multipla, delle fratture, del parkinson, dei bambini con spasticità, ecc.
La Riabilitazione in quanto scienza finalizzata alla tutela della salute dei cittadini, esige prestazioni di alto livello, senza sconti né improvvisazioni sulla formazione dei professionisti; questa legge comporterebbe drammatiche ricadute sulla qualità delle cure erogate ai cittadini.
I percorsi formativi tra le due lauree sono così diversi che nel caso un laureato in Scienze Motorie decidesse di iscriversi a Fisioterapia attualmente gli verrebbero riconosciuti solo 19 crediti (dei quali 3 per la lingua straniera) sui 180 necessari a conseguire la laurea in Fisioterapia. In pratica, vuol dire che si studiano materie diverse.
Ad esempio per gli insegnanti di educazione fisica non è prevista tutta la parte di patologia generale, patologia e riabilitazione cardiologia, patologia e riabilitazione neurologica, patologia e riabilitazione ortopedica, patologia e riabilitazione respiratoria ed altre materie che necessitano di studi pluriennali e soprattutto di tanto tanto tanto tirocinio in ospedale. Fra le altre, la norma sembra sollevare anche dubbi di costituzionalità in quanto la disciplina delle professioni è oggetto di legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
L'articolo approvato, inoltre, non indica quale dicastero abbia la competenza per stabilire le modalità di accesso ai corsi per trasformarsi in fisioterapisti e ".. si pone in contrasto con l'art. 33 della Costituzione che, per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, prevede il superamento di un apposito esame di Stato.."
Sono proprio tali argomentazioni, peraltro concretamente sostenute anche dal Tribunale per i Diritti del Malato, dalla Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, dai Sindacati Confederali, dalla Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Medicina, dagli stessi studenti dei corsi di laurea in fisioterapia oltre ché da numerosi Consigli di Facoltà di Medicina e Chirurgia, che hanno indotto tutti i fisioterapisti italiani, nessuno escluso, ad opporsi fermamente all'emendamento, oggi legge. Questa norma, inoltre, se mantenuta provocherà il mancato riconoscimento dell'Ordine dei Fisioterapisti italiani in seno alla European Region of the World Confederation for Physical Therapy.
Il settore della riabilitazione è oggi l'ambito in cui l'abuso della professione è molto diffuso, tenuto conto della sempre maggiore richiesta di attività riabilitativa da parte dei cittadini. Risulta quindi prioritario riflettere su tale fenomeno in quanto ritengo che, diversamente, tale area sarà spesso luogo di decisioni orientate a risolvere i problemi in un'ottica quantitativa anziché secondo aspetti che privilegiano la qualità dei professionisti.
La nostra non è solo una battaglia di categoria, ma anche una lotta a tutte quelle forme di ingiustizia nei confronti di persone disabili che si aspettano dalle istituzioni un vero riconoscimento dei propri diritti ed iniziative che tutelino la loro salute.
Chiediamo con forza a chiunque abbia a cuore la salute del cittadino, ai professori e ai medici della Facoltà di Medicina, al Presidente del CdL in Fisioterapia, ai Presidi della Facoltà di Medicina, ai Magnifici Rettori dell'Università della Puglia, al Ministro del MIUR, al Ministro della Salute, Al Tribunale dei diritti del Malato, alla FISH, di prendere una posizione chiara e decisa contro l'applicazione dell'articolo 1 septies del D.L. 250/2005 recentemente approvato.
Invitiamo gli Organi di Stampa ad essere portavoce di questa ingiustizia.
Infine invitiamo tutti i cittadini ad informarsi sempre sull’identità professionale del fisioterapista (l’attestato deve essere di fisioterapista oppure di Terapista della Riabilitazione) al quale si rivolgono per le cure riabilitative o fisioterapiche, evitando cosi di mettere a rischio la propria salute. Speriamo che la imminente istituzione dell’Albo professionale dei fisioterapisti possa dare un duro colpo a tutte le forme di abusivismo.
Autore: Il Presidente dell’Associazione dei fisioterapisti