Trepuzzi, malgrado siano passati quindici giorni continua a piangere il suo eroe, il giovane Alessandro, che in Iraq ha lasciato la sua vita, per riportare la pace. La mamma Cosima non si dà pace, si reca ogni giorno al cimitero per piangerlo sulla tomba e magari a chiedersi qualche perchè. Anche la fidanzata di 19 anni ha esposto un cartello fuori dall'abitazione: lutto per amore, e tanti altri manifesti, lutto di amicizia alle porte di tanti vicini e amici. Insomma, l'aria in paese è ancora quella del dolore, della tristezza profonda di aver riportato a casa il proprio eroe ma in una fredda bara. A questo si aggiunge l'ora di conoscere meglio come sono andati i fatti, cosa c'è da sapere e ancora i familiari di Alessandro, come delle altre 18 vittime, tra carabinieri, soldati e civili uccisi a Nassirya. E così i familiari di Alessandro Carrisi si sono costituiti parte lesa nel processo aperto dalla magistratura romana. Difesi dall'avvocato di Lecce Francesca Conte chiedono allo Stato se è vero come afferma Enzo Bianco, presidente del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, che in Iraq la situazione era difficile, anzi di estrema gravità. Se si riuscisse a dimostrare questo, si affermerebbe il principio secondo cui le cautele e le protezioni da adottare devono essere commisurate alla situzione reale in cui si opera.