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I crimini degl’immigrati e il nonsenso degl’interventi repressivi

Data: 27/07/2005 - Ora: 09:27
Categoria: Politica

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del prof. Arrigo Colombo del Movimento per la società di giustizia e per la speranza di Lecce

Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza Lecce Ai Sindaci di Bologna, Milano, Varese Sergio Cofferati, Gabriele Albertini, Aldo Fumagalli Ai Sindaci delle maggiori città italiane Alcuni crimini succedutisi in breve tempo il mese scorso – lo stupro compiuto da due marocchini a Bologna, l’altro compiuto da cinque rumeni a Milano, l’accoltellamento compiuto da un albanese a Varese – hanno suscitato reazioni scomposte e insensate. È vero che quei crimini furono compiuti da immigrati cosiddetti "clandestini", cioè privi di permesso di soggiorno in quanto privi di un regolare lavoro; ed è vero che la quasi totalità degl’immigrati incarcerati, per crimini vari, appartengono alla categoria dei clandestini. Ma questo non è se non la riprova dell’inopportunità e dell’iniquità della legge Bossi-Fini che, come molti avevano previsto, è diventata una fabbrica di clandestini. Perciò la legge dev’essere corretta, dev’essere riaffermato il principio che quella legge ha negato, principio umano e cristiano, proprio di tutta la tradizione occidentale, il "principio di accoglienza", e con esso il "principio fraterno". E quindi i Centri di accoglienza, e l’intera prassi che accoglie l’immigrato come fratello bisognoso e lo aiuta a trovare lavoro, casa, assistenza; lo aiuta a integrarsi nella nostra società, a diventare cittadino a pieno titolo come noi siamo. Cosa che si può fare, modificando via via gli attuali Cpt con funzioni di accoglienza. Su questo punto è in corso l’azione di un importante gruppo di Presidenti di Regione. Ma l’azione dei Sindaci non è meno importante né meno urgente. Dove bisogna passare con decisione e rapidità dalla repressione all’integrazione. La repressione non risolve; i commissariati di polizia e le telecamere non risolvono. Bisogna sviluppare una politica degli alloggi. Non è ulteriormente tollerabile che gl’immigrati vivano in baraccopoli, in fabbriche in disarmo, in alloggi pubblici abbandonati e fatiscenti, occupati abusivamente. Hanno diritto alla loro casa, nella quale possano vivere dignitosamente, e che costituisce un punto essenziale per la loro dignità e il loro comportamento dignitoso. I centri storici degradati e abbandonati a loro devono essere risanati e riportati ad una normale o anche superiore abitabilità. Senza però che gl’immigrati siano espulsi e costretti ad altre soluzioni d’emergenza. I Comuni devono istituire degli uffici di accoglienza che si occupino dei clandestini, come di coloro che sono – o sono rimasti – senza lavoro o/e casa; e con grande umanità li aiutino, li sostengano, li guidino. Questo è anche il parere dei maggiori studiosi ed esperti del problema. Il Movimento per la società di giustizia ritiene che questo sia il dovere delle amministrazioni comunali e il vero bene delle loro comunità. Per il Movimento, il Responsabile Lecce, il 25 luglio 2005

Autore: Prof. Arrigo Colombo

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