La nuova offensiva delle forze armate jugoslave e della polizia serba nel nord del Kosovo ha provocato lo svuotamento di tredici paesi e la fuga di più di diecimila persone. Lo ha rivelato l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati (Acnur), secondo cui "la crisi umanitaria In Kosovo sta peggiorando di giorno in giorno". Circa trecentomila albanesi-kosovari hanno lasciato le loro case per non rimanere coinvolti nella caccia che i militari serbi danno ai militanti dell'Uck, l'esercito di liberazione del Kosovo. (FM)

Molti trascorrono da settimane le notti all'aperto, altri sono ammassati alle frontiere con gli altri Paesi e sperano di ottenere il visto per espatriare. L'ultima offensiva dei serbi, cominciata all'inizio della settimana, è concentrata nella pacifica regione in cui sono localizzati 13 villaggi, in un raggio di trenta chilometri dalla capitale del Kosovo, Pristina. Kris Janovski, portavoce dell'Acnur, ha dichiarato che i serbi impediscono ai funzionari dell'Onu di accedere alla zona, anche se lo staff dell'Acnur è in grado di vedere del fumo alzarsi da uno dei paesi, Bajgora.
Tutti quelli che fuggono, dice Janovski, raccontano la stessa storia: gli dicono che saranno attaccati e quindi scappano.