Il banner piu' grande (20x25 mt) e' stato posto accanto al logo dell'Enel con la scritta '1st climate killer in Italy'.
Azione di Greenpeace alla centrale Enel di Brindisi Sud. Secondo quanto riferisce l'associazione ambientalista, all'alba di questa mattina gli attivisti sono entrati all'interno della centrale a carbone per ricordare che, a pochi giorni dall'apertura del vertice delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici a Bali, "il carbone e' il primo nemico del clima globale". I volontari hanno aperto striscioni sia sul tetto della centrale Enel, che sul grande carbonile all'aperto. Il banner piu' grande (20x25 mt) e' stato posto accanto al logo dell'Enel con la scritta '1st climate killer in Italy'. All'azione internazionale hanno partecipato i rappresentanti di Greenpeace Italia e oltre quindici attivisti provenienti anche da Canada, Svizzera e Gran Bretagna. Sono intervenuti gli agenti della sicurezza interna e le forze dell'ordine. "Siamo qui perche' la centrale di Brindisi Sud e' il primo impianto per emissioni di gas serra in Italia, con 14,4 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006", spiega Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. L'Europa dovra' ridurre le proprie emissioni di almeno il 20% al 2020, ma - sottolinea Greenpeace - Italia e Spagna sono in coda tra i paesi con obiettivi di riduzione, secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente. "Se l'Europa intende essere leader nella lotta ai cambiamenti climatici durante il vertice di Bali, stati come Italia e Spagna devono riportare le proprie emissioni sotto controllo, impedendo la costruzione di nuove centrali a carbone e chiudendo i vecchi impianti obsoleti, come quello dell'Enel a Brindisi - scrive l'associazione ambientalista - E' necessario invece investire su fonti rinnovabili e misure per l'efficienza energetica. "Il Governo italiano controlla oltre il 30% di Enel, ma non sta facendo assolutamente nulla per far si' che la Societa' contribuisca al raggiungimento degli obiettivi nazionali per Kyoto", spiega Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace."'Romano Prodi, che e' stato presidente della Commissione europea e che ha giocato un ruolo attivo per l'entrata in vigore del protocollo di Kyoto nel 2005, dovrebbe promuovere il massiccio sviluppo delle fonti rinnovabili, cosi' come richiesto dall'Europa". In Italia la prima fonte rinnovabile e' l'efficienza energetica: investendo in misure di efficienza si potrebbe risparmiare al 2020 il 20% dei consumi elettrici nazionali - circa 100 miliardi di chilowattora - pari alla produzione di 6 centrali come quella di Brindi Sud.