Domani mattina Massimo D'Alema, primo presidente del Consiglio italiano leader di un partito che fino a qualche anno fa si chiamava "comunista", varcherà le mura vaticane per sedersi e discutere testa a testa con il Papa. Non vi saranno discorsi ufficiali, anche se la visita è qualificata come "ufficiale". Certo, questo toglie un po' di solennità all'Evento, ma il Pontefice è stato al Quirinale solo pochi mesi fa (il 20 ottobre) e ha parlato in quell'occasione. Due esternazioni in così breve lasso di tempo sembrano troppe. Inoltre l'assenza di microfoni e testi scritti può rendere meno evidente qualche eventuale differenza di accenti. Sia con il Pontefice, sia con il Segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano, che D'Alema incontrerà subito dopo Giovanni Paolo II, e di cui non sono note particolari simpatie verso i comunisti o gli eredi della falce e martello. (MN)

Per l'Italia comunque, tenendo conto di tutto quello che c'è stato fra Botteghe Oscure e Vaticano, a partire dalla "scomunica" di pacelliana memoria in poi, l'avvenimento appare storico. Se oltre Tevere condividono questa sensazione sono molto bravi a mascherarla. Certo non sembra che sia partito nessun suggerimento verso i mezzi di informazione cattolici per evitare temi che possano irritare la sensibilità dell'ospite imminente. Ieri "Avvenire", il quotidiano dei vescovi, titolava "Bastone e carota per D'Alema" un ampio reportage relativo alle punzecchiature di cui era vittima Palazzo Chigi: "Dal governo ''nato gracilino'' - spiegava il quotidiano - sino al ritratto del presidente cresciuto alla scuola degli ''apparatchik''". L'"Osservatore Romano", che al momento d'incarico di Scalfaro aveva trattato D'Alema da uomo dell'apparato dell'ex Pci metteva ieri in rilievo che era al via un'"Inchiesta sulle scuole cattoliche"; che è precisamente uno dei temi caldi nei rapporti fra la chiesa italiana e i governi. Ed è probabilmente il campo da cui oltre Tevere ci si attende di ottenere qualcosa in una visita che certo non riveste la stessa importanza, anche simbolica ed emotiva, dalle due parti del Tevere.
La visita, secondo il programma comunicato ieri dalla Santa Sede, comincerà alle 11 di venerdì 8 gennaio. Il corteo presidenziale sfilerà qualche minuto prima in Piazza San Pietro, ed entrerà nella piccola città dall'Arco delle Campane. Massimo D'Alema avrà al suo fianco la moglie, Linda Giuva, e i figli Giulia e Francesco. Della delegazione faranno parte anche i sottosegretari alla presidenza del Consiglio dei ministri Franco Bassanini e Marco Minniti. L'accoglienza avverrà nel cortile di San Damaso. James harvey, prefetto della Casa Pontificia e i Gentiluomini di Sua Santità riceveranno gli ospiti. Dopo gli inni nazionali e gli onori del picchetto delle Guardie Svizzere avranno luogo il colloquio privato col Papa, la presentazione del seguito e lo scambio dei doni. La Rai coprirà in diretta le parti pubbliche dell'avvenimento, come già avvenne il 3 giugno 1985, con l'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi. Subito dopo D'Alema incontrerà il Segretario di Stato. Poi di nuovo gli inni nazionali, nel cortile di San Damaso, e la partenza per l'Italia.