Le etnie presenti in Puglia registrano una rilevante concentrazione della popolazione albanese (36%) del totale, seguita dalla popolazione proveniente dal Marocco (9,2%), Tunisia (3,5%), kurdi turchi (2,48), mauritani (2,5), senegalesi (2,3), cinesi (1,9)
Le linee guida in materia di interventi a favore delle persone immigrate in Puglia sono state approvate dalla Giunta regionale. "Queste linee guida – ha detto l’Assessore ai servizi sociali, Salvatore Mazzaracchio - costituiscono uno degli atti di indirizzo e coordinamento ai Comuni per l’attuazione del Piano regionale delle politiche sociali approvato dall’esecutivo il 4 agosto scorso, in una logica di organicità dell’intero sistema di organizzazione".
Secondo i dati del Dossier statistico sull’immigrazione della Caritas 2002, elaborati sulla base di quelli forniti dal Ministero dell’interno, le etnie presenti in Puglia registrano una rilevante concentrazione della popolazione albanese (36%) del totale, seguita dalla popolazione proveniente dal Marocco (9,2%), Tunisia (3,5%), kurdi turchi (2,48), mauritani (2,5), senegalesi (2,3), cinesi (1,9), jugoslavi (1,9), Sri Lanka (1,8), kurdi iracheni (1,7) ed altri.
La programmazione delle politiche in favore degli immigrati, prevista dalle linee guida, è articolata su tre linee direttrici: "prevenzione, accoglienza e promozione", "assistenza sociale, sanitaria e legale" e "educazione e formazione".
Il principio è quello di prevedere all’interno del Piani sociali di zona che devono essere definiti dai Comuni, interventi specifici finalizzati a sviluppare e consolidare, anche sul piano culturale, l’integrazione degli immigrati e il riconoscimento dei loro diritti di cittadinanza. A tal fine i Comuni devono consolidare i rapporti con le altre Amministrazioni pubbliche interessate (Ufficio territoriale per il Governo, Ufficio scolastico regionale per gli alunni stranieri, scuole, Regione, Centri territoriali per l’impiego, Provincie, AUSL, Centro giustizia minorile, etc) e i soggetti del privato sociale, al fine di costruire progetti integrati per consolidare le rete che in alcuni ambiti territoriali si è creata.
"Prevenzione, accoglienza e promozione".
Il processo di integrazione implica una conoscenza reciproca tra le diverse culture e deve operare per favorire lo scambio e l’incontro. Quindi un monitoraggio costante del fenomeno migratorio con il potenziamento dell’Osservatorio regionale sui movimenti migratori e collegamento in rete con il costituendo Sistema informativo sociale regionale. Realizzazione, inoltre, di Centri di prima accoglienza in grado di ospitare temporaneamente gli extracomunitari, garantendo loro le cure di primaria necessità (salute, ristorazione, igiene, riposo) e promozione, da parte dei Comuni, di politiche per la casa anche per i nuclei familiari interessati. Realizzazione di centri interculturali per la promozione dell’associazionismo al fine di stimolare la partecipazione alla vita sociale e lo scambio culturale.
"Assistenza sociale, sanitaria e legale"
Prevista l’attivazione di sportelli informativi per garantire un’adeguata conoscenza in relazione all’assistenza socio-sanitaria, legale, lavorativa e scolastica.
"Educazione e formazione".
Prevista la figura del mediatore culturale e linguistico che dovrà svolgere un ruolo di "cerniera" nei rapporti tra amministrazione e stranieri. A tal fine in ogni Piano di zona devono essere programmati protocolli operativi con l’Ufficio scolastico regionale (Settore integrazione stranieri) per promuovere l’inserimento di tali figure nelle strutture comunali locali (scuola e servizi socio-assistenziali). A tal proposito la Regione programmerà corsi di formazione specifici, prevedendo un apposito registro da cui i Comuni potranno attingere. Sono previsti anche corsi di lingua e cultura italiana per adulti al fine di agevolare l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati e corsi di formazione professionale, attraverso gli enti di formazione accreditati presso la Regione. I Piani di zona, infine, possono prevedere, insieme all’Ufficio scolastico regionale, il sostegno a interventi di formazione di docenti e alunni all’interno delle scuole, per favorire una maggiore conoscenza del fenomeno migratorio. A tal fine sono disponibili le risorse derivanti dalle misure del PON "La scuola per lo sviluppo" che possono finanziarie i relativi progetti.