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Galatina, corso di aggiornamento in cardiologia

Data: 06/02/2008 - Ora: 10:22
Categoria: Cultura

Sala Convegni Hotel Hermitage 9 febbraio 2008

Lo studio del cuore come macchina e la cura delle malattie del cuore è uno dei terreni scientifici ove l'ingegno umano ha dato le migliori prove di se stesso. Nel breve volgere di poche decine d'anni sono cresciute in modo impressionante le nostre conoscenze, i nostri mezzi diagnostici, le nostre capacità di curare, nei modi più disparati, questa macchina vitale.

Sino a poco più di trenta anni fa l'infarto acuto era una malattia che veniva curata in modo sostanzialmente passivo nelle corsie mediche degli ospedali, accettandone il gravoso carico di mortalità. Al giorno d'oggi l'infarto è una malattia curabile in modo attivo, con mezzi farmacologici e non farmacologici, che ne hanno ridotto in modo impressionante la mortalità.

Venti anni fa, o poco più, molte aritmie cardiache erano un rebus che affascinava una schiera di eletti specialisti nel settore, i quali le studiavano nei loro laboratori senza tuttavia poi disporre di sbocchi terapeutici veramente validi. Oggi il cardiologo dispone di mezzi portentosi per curare i disturbi del ritmo, talora in modo definitivo: farmaci, cateteri dalle proprietà sensazionali, apparecchiature di mappaggio e navigazione intracavitaria, dispositivi impiantabili...

Lo scompenso cardiaco, acuto e cronico, è oggi curabile in modo efficace con semplici farmaci, e con mezzi non farmacologici, il cui impatto benefico sulla quantità e la qualità della vita è validato scientificamente, in modo rigoroso.

Solo pochi anni fa nessuno avrebbe immaginato che molte malattie cardiache hanno una base genetica, trovano ragion d'essere in una alterazione di particolari siti del DNA che codificano la sintesi di proteine che, per esempio, sovrintendono al funzionamento dei canali ionici alla base del funzionamento elettrico della cellula cardiaca e che questo, ancorchè non si accompagni a nessuna alterazione della struttura del cuore, mette comunque in pericolo la vita di chi ne è portatore. A volte, invece, una alterazione genetica si traduce in una alterazione della struttura del sarcomero, dando luogo a cardiomiopatie di genere diversissimo, più facilmente riconoscibili sul piano dello studio diagnostico.

Alcuni luoghi comuni inveterati della cardiologia danno il passo ad acquisizioni nuove, che cambiano completamente lo scenario del sapere.

L'associazione tra infarto e malattia delle coronarie non è più un assioma: in circa il 10% dei casi, tale associazione non esiste. Altre entità patologiche vengono descritte, che provocano infarti o che ne simulano l'esistenza, creando difficoltà diagnostiche e terapeutiche non trascurabili.

La corrispondenza, prima ritenuta fondamentale, tra scompenso cardiaco e ridotta funzione di pompa del cuore non è più un dogma: in molti casi, lo scompenso colpisce persone che hanno una normale contrattilità.

La cardiologia non è un libro già scritto, ma è un libro che si va scrivendo giorno per giorno.

Tutto ciò è entusiasmante, ma per certi versi allarmante. Un solco rischia di aprirsi tra chi vive in prima persona la ricerca, tra chi in modo esponenziale produce conoscenza e chi deve applicarla sul paziente. Lo sforzo di aggiornamento diviene cruciale in cardiologia, soprattutto nell'ambito della conoscenza delle nuove entità patologiche che vengono via via descritte. E' questo il presupposto che ispira il meeting del 9 febbraio, un incontro scientifico che vuole offrire ai cardiologi che quotidianamente operano in prima linea nelle cardiologie del Salento e della Puglia in generale, un quadro il più possibile aggiornato delle nuove malattie cardiache. Ma l'incontro è rivolto anche agli specialisti di medicina interna, i quali curano nei loro reparti ospedalieri molti cardiopatici, e al medico di medicina generale, che si trova poi a dovere seguire nel tempo i pazienti sul territorio.

L'auspicio è anche quello che, al di là del semplice aggiornamento, l'incontro contribuisca anche ad una promozione culturale, che superi la logica della esclusiva routine e che attraverso un processo di accresciuta consapevolezza e stima dei propri mezzi, sviluppi il senso di gruppo, di osservazione, di passione per la ricerca.

Nell'arco di due decenni, qualcosa di sconvolgente è avvenuto nel campo dell'aritmologia. Venti anni fa ogni caso aritmologico studiato era un rebus che stimolava discussioni, ipotesi affascinanti, progetti di ricerca.

Al giorno d'oggi l'elettrofisiologo non si accontenta di scoprire il meccanismo di un'aritmia: sempre più spesso l'obiettivo è anche quello di eradicarla in modo definitivo, con metodiche che richiedono conoscenze e capacità tecniche fino a poco più di un decennio fa inimmaginabili.

Tutto ciò è entusiasmante, ma per alcuni aspetti anche pericoloso. Il solco culturale e "tecnico" tra l'elettrofisiologo e lo specialista cardiologo rischia di accentuarsi. Il secondo rinuncia spesso a risolvere il caso aritmologico, demandandone al primo la diagnosi e la gestione terapeutica. Che l'aritmologia sia una scienza per pochi intimi è tuttavia un lusso che non ci si può permettere. L'impatto impressionante che i disturbi del ritmo cardiaco hanno sulla mortalità, sulla morbilità e sulla qualità della vita del genere umano ne sono testimoni.

Occorre piuttosto che l'aritmologia sia sempre di più parte essenziale della cultura del cardiologo e non solo. Anche l'internista, il medico di base, il medico dei servizi di emergenza (pronto soccorso, 118, guardia medica) è chiamato a possedere adeguate conoscenze aritmologiche, se non vuole trovarsi impreparato di fronte a situazioni che richiedono scelte terapeutiche rapide e a volte "vitali".

E' da qui che nasce l'idea di un convegno che affronti in maniera organica ed esauriente, sulla base delle attuali conoscenze ed evidenze scientifiche al riguardo, il problema dell'approccio terapeutico alle varie aritmie cardiache. Il convegno vede impegnati come relatori molti tra i maggiori studiosi ed opinion-leaders italiani in campo aritmologico, si svolge a Galatina, uno dei Centri Salentini ove più forte è l'impegno dei medici ospedalieri in questo settore della medicina.

L'appuntamento scientifico è rivolto, oltre che agli specialisti cardiologi, anche ai medici internisti, ai medici dei servizi di emergenza e ai medici di base

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