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Frodi agroalimentari, business da 18 miliardi di euro

Data: 12/09/2008 - Ora: 09:22
Categoria: Economia

Frodi agroalimentari, business da 18 miliardi di euro

I vertici della Coldiretti Puglia hanno incontrato il Direttore dell’Ispettorato Controllo Qualità del Ministero e il Comandante dei NAS di Bari

Carciofi dall'Egitto e olive dalla Tunisia, passata di pomodoro dalla Cina e grano da Russia, Bangladesh, Canada e Messico. Parliamo di un business che agli ‘agropirati' frutta circa 18 miliardi di euro l'anno e che trova negli 800 chilometri di costa della Puglia e nei numerosi porti una base logistica ideale. Massicci sono i quantitativi di prodotti importati dall'estero, dove la normativa in tema di qualità, lavoro e utilizzo di sostanze nocive alla salute è decisamente meno rigida, in alcuni casi inesistente.

Questo l'argomento, ormai quotidianamente al centro di notizie di cronaca, di cui i vertici della Coldiretti Puglia hanno discusso nel corso di un incontro con Umberto Di Martino, Direttore dell'Ispettorato Controllo Qualità del Ministero delle Politiche Agricole - sede di Bari e con il Tenente Antonio Citarella, Comandante dei Nas di Bari, per avviare una concreta operatività sul territorio, alla luce dell'accordo siglato martedì scorso a livello nazionale tra la Coldiretti ed il Comando Carabinieri per la tutela della salute (NAS). "Abbiamo l'esigenza, in questo particolare momento – ha spiegato il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni - di una attenta vigilanza sui settori vitivinicolo, cerealicolo ed oleicolo, che riteniamo possano essere soggetti, in questo scorcio di annata, a fenomeni speculativi o peggio, a tentativi di introduzione fraudolenta di prodotto non conforme alle norme, con grave danno per i cittadini e per le imprese che competono correttamente sul mercato.

Sul fronte sofisticazioni, non possiamo continuare ad assistere – ha continuato Salcuni - al blocco di impianti di trasformazione che, dopo poco tempo, riprendono la propria attività criminosa. Stiamo lavorando sulla ipotesi di uno strumento legislativo che renda possibile il sequestro di quegli opifici e l'affidamento al mondo della produzione organizzata". La Coldiretti Puglia ha chiesto in particolare un monitoraggio di tutti gli aspetti correlati alla qualità intrinseche delle produzioni agricole ed agroalimentari pugliesi e quelle relative alle importazioni di prodotti nella nostra Regione. Da non sottovalutare, anche il controllo del pieno rispetto delle norme vigenti sulla etichettatura delle produzioni agroalimentari, che spesso sono aggirate con criminosi inganni per il consumatore. "La Coldiretti ha chiesto – ha incalzato il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio - che i controlli non avvengano a campione a causa di risicate risorse umane e finanziarie, perché si sono rivelati insufficienti, e siano costanti, soprattutto in corrispondenza dei periodi di raccolta, allo scopo di evitare confusione e, quindi, il deprezzamento delle nostre produzioni territoriali.

Così come serve un coordinamento immediato tra tutti gli enti e organismi preposti ai controlli in modo da programmare meglio l'attività e allargare il numero dei controllati. La miriade di aziende agricole sparse sul territorio pugliese che ha compiuto grandi sforzi sul fronte della qualità e della sicurezza alimentare pretende giustamente la trasparenza commerciale e, quindi, l'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine del prodotto agricolo". Per Coldiretti Puglia è determinante impedire lo sfruttamento dell'immagine delle zone tradizionali di coltivazione o allevamento da parte di alimenti a base di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza da quanto indicato sulle confezioni; evitare ogni tipo di sofisticazione, ovvero che prodotti di dubbia provenienza vengano spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, e che si utilizzi il marchio ‘made in Puglia' per prodotti che non hanno nulla a che fare con il nostro territorio; impedire l'inganno verso i consumatori rendendo obbligatoria l'indicazione in etichetta dell'origine dei prodotti agricoli impiegati negli alimenti; rispettare il diritto all'informazione e garantire l'acquisto consapevole da parte dei cittadini consumatori; difendere gli 8 prodotti DOP, i 25 DOC, 6 IGT e 2 IGP ed i 189 prodotti tradizionali agroalimentari della Puglia contro l'introduzione e la falsificazione di latte, olio, pomodoro, ortofrutta…….spacciati per ‘made in Puglia'.

LA MAPPA DELLE TRAPPOLE NEL SETTORE AGROALIMENTARE PUGLIESE PASTA - La Puglia è la regione leader in Italia per la produzione di grano duro con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. La superficie investita a grano duro è la più estesa tra tutte le altre colture praticate e da sola rappresenta ¼ dell'intera Superficie Agricola Utilizzata (S.A.U.) regionale ed oltre il 60% della produzione regionale si concentra nelle province di Foggia e Bari, specialmente, in zone agrarie quali il tavoliere di Foggia e la pianura della Capitanata meridionale, ed in provincia di Bari, la fossa premurgiana. Nonostante ciò, gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano duro che arrivano nel nostro Paese da Canada, Bangladesh ….per produrre pasta "Made in Italy" senza che sia indicato in etichetta.

VINO - I casi di "agropirateria" nel settore vinicolo pugliese riguardano in particolare Negroamaro, Primitivo, Moscato, Aleatico e Malvasia. In America si producono Moscato, Malvasia e Aleatico, venduti con "DOC" californiane Napa Valley o Sonoma County e riuniti, ironia della sorte, nel "Consorzio Cal-Italia", ma commercializzati con nomi italiani. Il fenomeno sta colpendo, in maniera particolare, il primitivo pugliese. In America un vino, lo ‘Zinfandel', viene venduto e si sta affermando sul mercato come ‘Primitivo' ed i siti non si lasciano sfuggire l'occasione di chiamare in causa continuamente la Puglia, per accrescere il valore e l'immagine del prodotto americano. A breve, presumibilmente, invaderà il mercato europeo, considerati gli investimenti telematici sostenuti.

ORTOFRUTTA - I ‘falsari del Made in Italy' colpiscono ogni anno anche il settore ortofrutticolo. La Puglia è leader, per esempio, nella produzione di pomodoro con i suoi 2,7 milioni di quintali che incidono sulla produzione nazionale per il 35%. E' evidente, dunque, il danno arrecato alle imprese agricole pugliesi e alle produzioni tipiche e di qualità regionali dalle 82.000 tonnellate di concentrato di pomodoro provenienti dalla Cina per produrre salse "italiane".

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA - Uno dei settori più colpiti da frodi e sofisticazioni in Puglia è il comparto olivicolo-oleario, in cui, nonostante il riconoscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d'Origine Protetta) al ‘Terra di Bari', ‘Terra d'Otranto', ‘Dauno' e ‘Collina di Brindisi' e ‘Terre Tarentine ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milioni di quintali di olio, sono 160 i milioni di litri di olio di oliva importati ogni anno per essere miscelati con quello italiano ed in particolare con quello pugliese, dato che l'incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale è pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale.

MOZZARELLA - In Puglia la produzione di latte è pari a circa 3,2 milioni di quintali, rinveniente da 2.700 allevamenti con 82.000 capi bovini allevati per la produzione di latte vaccino e la conseguente produzione di prodotti caseari di tutto prestigio come ‘il Fior di Latte', la burrata, il cacioricotta, il caciocavallo ecc. Sempre più spesso, però, la famosa mozzarella pugliese è ‘costruita in laboratorio' con materia prima proveniente da Paesi europei e non, con latte più volte pastorizzato o con semilavorati, in genere cagliata, da parte di alcune imprese casearie che, irrispettose del territorio e dei consumatori, preferiscono, al latte pugliese, semilavorati importati da Paesi UE ed extra UE. Pertanto, dei 421.000 quintali di mozzarelle regolarmente venduti come pugliesi, oltre il 35% sono ‘costruiti' con cagliate e paste fuse provenienti dall'estero.

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