"Non mi sento più sicuro". Raffaele Fitto è spaventato e scattano le contromisure.
Scorta personale e sede della Regione blindata. Dopo l’aggressione dei lavoratori socialmente utili, il prefetto, Giuseppe Mazzitello, ieri mattina, ha convocato d’urgenza il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Dalle 12,30 alle 15, prefetto, questore e i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine hanno discusso, cercando di rassicurare il presidente e di adottare le contromisure necessarie.
Risultato? Da ieri Fitto è scortato 24 ore su 24 dagli uomini della Digos. E la polizia e i carabinieri di Lecce controllano a vista la sua casa di Maglie. Anche i controlli davanti alla sede della Regione saranno «rafforzati». Niente più manifestazioni sotto i portici di via Capruzzi.

Saranno create delle protezioni intorno all’ingresso e sarà obbligatorio un «pass», in modo che chiunque entri od esca sia schedato. E proprio ieri sera, il ministro dell' Interno, Enzo Bianco, durante la sua comunicazione alla Camera, ha annunciato che il manifestante che ha colpito il presidente è stato identificato e denunciato. Inoltre la Digos sta lavorando con tutte le questure delle città dalle quali sono partiti i manifestanti, per identificare tutti i partecipanti alla manifestazione finita in rissa.
Raffaele Fitto, 31 anni, il più giovane presidente della Regione d’Italia, ieri all’incontro con il prefetto e il questore, aveva il volto tirato e lo sguardo preoccupato. La folla, le grida, il pugno in pieno viso, lo hanno provato. «Ho sempre avuto un contatto diretto con la gente ha detto ma ciò che è successo ieri mi ha fatto pensare». Fitto è impaurito e accetta di buon grado la presenza della scorta, anche se spera che non ce ne sia bisogno per lungo tempo. Paura, sì. «Farò di tutto ha detto Fitto anche per accelerare il trasferimento della giunta nella sede di lungo mare, prevista per il prossimo 15 gennaio. La Regione ha bisogno di una sede diversa, più degna e soprattutto più sicura».