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Fibronit come Punta Perotti? A chi tocca bonificare la zona

Data: 28/01/2002 - Ora: 16:23
Categoria: Cronaca

L'asbestosi, il tumore ai polmoni, le micidiali fibre di amianto che liberate nell'aria ad ogni respiro finiscono per annidarsi nei bronchi a covare il male del secolo, come si dice con un eufemismo, cioè il cancro. E di cancro contratto con le fibre di amianto si muore.
Ora grazie all'impegno della magistratura, del giudice dr. Rossi, la vicenda terribile della Fibronit sta per trovare la sua soluzione naturale e cioè la messa in atto dei provvedimenti per tutelare la salute pubblica, la sicurezza dei cittadini baresi che abitano a Japigia, Carrassi, Madonella.
Dalla inchiesta del magistrato si è appreso che nel recinto dell'ex stabilimento durante gli anni sono stati ammucchiati, accatastati pezzi di eternit, tegole, manufatti realizzati con l'amianto e le fibre sono penetrate nel suolo e sul terreno si vorrebbe stendere una specie di colata magica di cemento armato che seppellisca per sempre il pericolo dell'amianto. Ma è proprio così che il problema della Fibronit va risolto? Se un progetto di bonifica integrale deve essere realizzato a tutela dei cittadini, chi dovrà pagare? A chi tocca giuridicamente l'obbligo di provvedere? Certo i sigilli del giudice ai cancelli dello stabilimento della Fibronit non esauriscono l'intera vicenda ma costituiscono un incipit, un inizio di notevole portata e di significato perfino politico. Né va dimenticato che fu proprio un altro magistrato, Nicola Magrone, quando era deputato al Parlamento, a sollevare per primo la questione della Fibronit, lo spettro delle morti degli operai, la pericolosità di tutto l'assieme.
Ora che il pericolo è stato accertato, le morti ci sono state, c'è perfino in atto un processo per omicidio colposo, dobbiamo attendere ancora molto per mettere la parola fine a questa storia, a questa vicenda? La speranza è che si giunga subito ad decidere ed a procedere.

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