Formula di successo per la promozione del territorio
Domenica 4 luglio, con un concerto davvero straordinario per ricchezza del repertorio e qualità degli interpreti, prende il via il Festival Città di Gallipoli – Edizione 2004, la cui programmazione si concluderà il 2 settembre, attraverso dodici appuntamenti.
Quella che si apre, è la terza rassegna estiva della "capitale" della costa jonico-salentina e, come le precedenti edizioni, vede la direzione artistica ed organizzativa della Fondazione ICO "Tito Schipa" ONLUS di Lecce, cosa che comporta una programmazione centrata sull’organismo sinfonico e sui suoi corpi artistici.
L’iniziativa è sostenuta e cofinanziata dal Comune di Gallipoli, dalla CCIAA di Lecce, dall’Azienda di Promozione Turistica di Lecce e dalla Pro Loco di Gallipoli.
Quella del Festival Città di Gallipoli è indubbiamente una formula che funziona, che incontra il forte gradimento del pubblico, ma è anche un’ operazione che intende raccogliere il valore aggiunto che la continuità riesce a dare ad una programmazione artistico-culturale. Tre anni non sono molti, ma sono già una cellula di continuità indicativa per formare un gusto, orientare e caratterizzare la fruizione del pubblico, ma anche confrontarsi con il suo giudizio, cominciare a tracciare una storia di percorsi e di contenuti che si possa leggere come un indicatore chiaro della propria azione di intervento e di promozione.
La scelta operata dal "Festival Città di Gallipoli" appare così coerente e per certi aspetti coraggiosa: in un momento di moltiplicazione, spesso effimera ed episodica, dei linguaggi dello spettacolo, in particolare nella loro variante della fruizione estiva, il Festival sceglie non solo il linguaggio universale della musica, ma anche quello più connotato e ricco sul piano della qualità, della storia, della capacità espressiva, ovvero il linguaggio della grande musica.
L’idea di qualità va estesa naturalmente anche agli interpreti e ai repertori, sempre selezionati con grande cura. Se solo si guarda il cartellone di questa edizione si potranno ancora una volta notare alcune presenze di grande rilievo all’interno di un quadro generale attestato su uno standard di valore, e si potranno apprezzare programmi sempre ricchi ed originali.
Proprio il discorso sui contenuti ci permette di rilevare l’altra caratteristica distintiva del Festival: il suo carattere di ricerca, che nelle trascorse edizioni ha visto l’impianto sinfonico dialogare col jazz, col reggae, con la musica etnica e popolare, con la musica per film, nell’ambito di una sperimentazione resa viva da percorsi sonori, linguistici e anche sociali rilevanti ed emergenti, e garantita sempre da quel bisogno di qualità esecutiva che è premessa fondamentale all’interno della quale si muove la "musica colta" o "classica" che dir si voglia. Quest’anno come non sottolineare la "serata Gershwin", con le quattro grandi creazioni jazzistico-sinfoniche del musicista americano (Ouverture cubana, Concerto in Fa, Un americano a Parigi, Rapsodia in blu) tutte raggruppate in un’unica produzione (e con la straordinaria presenza del grande pianista salentino Roberto Cappello), oppure la "serata del balletto sinfonico", che presenta una rarità (Los esclavos felices di Arriaga) e tre autentici "monumenti" come L’uccello di fuoco e Pulcinella di Stravinkij, e El sombrero de tres picos di De Falla!
Un valore è infine rappresentato dalla voluta "leggerezza" (e sempre di spessore) ricercata in qualche produzione, segno di attenzione alle esigenze del pubblico estivo: l’appuntamento dedicato ai valzer viennesi (con il balletto e le coreografie di Fredy Franzutti, protagonista nel concerto di capodanno di quest’anno alla Fenice di Venezia) e la serata riservata alla piacevolissima operetta, con la presenza di Katia Ricciarelli, sempre affezionata al Festival e ricambiata dal suo pubblico.
Qualità, ricerca, continuità sono dunque il combinato di formule scelte dal "Festival Città di Gallipoli" per la promozione e la valorizzazione del territorio e della sua offerta artistica e culturale: lontano dal clamore dell’evento a tutti i costi o dai bagni di folla, ma nella ricerca di uno stile che sappia coniugare i valori con la modernità, i contenuti con il gusto e la gradevolezza.
Giornata di promozione del documentario
di carattere etico e sociale nelle piazze italiane
La sera del 2 luglio 2004 , in contemporanea nelle principali piazze italiane, numerose Associazioni hanno deciso di aderire all'appello lanciato dall'Associazione Documè, finalizzato a dare visibilità al film documentario di carattere etico e sociale.
A partire dalle ore 21,30 dunque, nelle principali piazze delle tante città che hanno deciso di aderire all'iniziativa, verrà proposta la proiezione di alcuni tra i più interessanti film documentari realizzati nelle ultime stagioni.
L'iniziativa prosegue l'impegno dell'Associazione Documè, iniziato nel luglio 2003 a Torino che ora prosegue con la creazione di un Circuito Indipendente del documentario di carattere etico e sociale, una rete al momento di 15 sale con programmazione settimanale che ha consentito in pochi mesi dalla nascita la realizzazione di quasi 200 proiezioni di film documentari per un totale di oltre 10.000 spettatori.
L'appuntamento del 2 luglio intende quindi essere un momento di incontro, riflessione e crescita, coinvolgendo realtà vicine per attitudini e propositi, come Documè costantemente alla ricerca di un modo diverso e nuovo di fare e pensare la Comunicazione e l'Informazione sui fatti del mondo e della vita .
In tale occasione l’Associazione socio-culturale EMIDE presenta a Torre S. Susanna (BR) nella piazza G. Bovio la proiezione dei documentari:
"Lungarno (ci chiamavano ribelli)"
Autore: Stefano Lorenzi, Federico Micali, Teresa Paoli
Descrizione: "quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo" Gorge Santayana. I testimoni della resistenza si fanno sempre più rari, ma casualmente un anonimo partigiano interviene davanti alla telecamera durante un intervista ad alcuni musicisti di strada sui temi del Forum Europeo di Firenze, Tutto nasce per caso lungo le rive dell’Arno: dieci minuti di monologo vivace che rinfrescano la memoria, passando dai temi della liberazione alla politica di oggi attraverso aneddoti e riferimenti storici. Un filo rosso che unisce la sete di libertà e democrazia per cui lottava il giovane partigiano agli ideali del movimento e del Social Forum di Firenze. In pochi minuti di monologo si concentrano i sogni passati, presenti e futuri di una società più democratica e libera.
Dati tecnici: Italia 2002, Minidv, 10’
"Surplus - Il terrore di diventare consumatori"
Autore: Erik Gandini
Descrizione: Un ritmo "produttivo" di immagini e musica scandisce il viaggio di Gandini nelle contraddizioni del mondo moderno, dal megastore americano fin dentro la bodega cubana. Una denuncia, fatta d'inusitati accostamenti di voci e immagini, sulla natura distruttiva di un mondo in cui "il 20% della popolazione consuma l'80% delle risorse".
Dati tecnici: Svezia/Italia, 2003, 35mm, 54’