"Gli onorevoli Poli Bortone e Fitto convengono sul merito e divergono nel metodo. Entrambi ritengono che le aziende paghino le tasse lì dove producono il proprio reddito, ma divergono nella lettura del disegno di legge sul federalismo fiscale: Fitto sostiene che il pagamento delle tasse a carico delle aziende è già risolto nella bozza Calderoli, mentre la Poli Bortone minaccia di raccogliere firme per modificarla. Sarebbe il caso che si mettessero d'accordo almeno nello stesso partito: uno dei due, infatti, non dice il vero, o fa finta di leggere secondo la propria convenienza il ddl". Lo ha dichiarato in una nota il segretario pugliese dell' UDC, on. Angelo Sanza.

"E' tempo – continua l'on. Sanza - di fare chiarezza: i 22 articoli presentano più di qualche incognita per la loro genericità o per un eccesso di particolarismo che rischia di favorire al Sud la Sicilia, in una lotta tra poveri, e per qualche rinvio che sarà difficile chiarire in futuro. L'unica cosa certa è l'introduzione delle nuove tasse di scopo, affidate o ai comuni e alle province, o alle città metropolitane". "Questo grande polverone sul federalismo fiscale – conclude l'on. Sanza - rischia di abbattersi come una clava sulla testa dei cittadini meridionali. Nessuno sfuggirà dal pagare nuovi tributi o nuove tasse per far fronte alle esigenze di cassa che avranno indistintamente tutti gli enti locali per soddisfare l'obbligo di nuovi servizi ad essi affidati. Non abbiamo paura di essere annoverati tra i nemici di Umberto Bossi, anzi, per difendere il Sud ne andremo fieri. Questo grosso equivoco sul federalismo va chiarito, recuperando l'originario spirito sturziano che valorizzava le autonomie locali in un contesto di stato unitario".