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Farmaci e limitazioni: quale responsabilità nelal prescrizione

Data: 20/02/2007 - Ora: 13:02
Categoria: Cultura

L'opionione del Dirigente Medico Ospedaliero Dr. Giuseppe Chiappalone, responsabile della Segretaria Sdi Lecce

Per motivi di lavoro ho incontrato le ansie giustificate dei malati e, non ultime, anche degli informatori farmaceutici, per quel che riguarda le limitazioni alla libera prescrizione di alcune molecole d'avanguardia nella prevenzione e nella terapia di importanti malattie di grandissima diffusione quali le patologie ulcerose, l'ipertensione arteriosa, l'aterosclerosi ed altre.

Ho cercato di valutare i diversi punti di vista, quelli di una società che non può concedere tutto a tutti, della ricerca privata che ne vuole trarre i dovuti vantaggi, di chi deve sopportare il peso del dolore e del medico che deve sintetizzare al meglio le varie prospettive ed osservazioni del problema.

Mi sono convinto che, anche in questo caso, solo un comune e rinnovato senso di "responsabilità" potrà giovare al terminale del complesso ingranaggio, cioè al malato.

Dal periodo delle vacche grasse, delle facili prescrizioni spesso ingiustificate, dei deficit di bilancio della Sanità ripianati a piè di lista dallo Stato Centrale, dalle ampie ed intricate connivenze consumate tra industrie multinazionali farmaceutiche, importanti fette del mondo politico e professionale, Società scientifiche; ora si è passati al terrorismo psicologico spicciolo nei confronti di chi, all'interno della categoria medica, è incline a subirlo per "buon vivere", in una galassia Sanità dove i privilegi "acquisiti" è meglio che non confligano con l'impostazione aziendalista, alla faccia degli ammalati!!!.

Com'è evidente, il malato, quale terminale di questo ingranaggio che pure ha contribuito ad innescare, inconsapevole vittima, è quello che in fondo ne subisce le conseguenze; gli altri attori molto probabilmente troveranno il modo di tutelarsi.

Passando dalla riflessione generale all'esplicitazione del problema bisogna ricordare che consentire l'uso di un farmaco parametrandolo al prezzo standard del generico, quando esiste, o del meno costoso, per quel particolare tipo di malattia, è un'abberrazione prima scientifica e poi morale.

I farmaci sono specifiche molecole e, oltre le schede tecniche d'orientamento, hanno, anche nelle classi molecolari simili, differenti cinetiche,impatto e potenza d'azione. Fatto largamente documentato da lavori scientifici e dall'esperienza clinica giornaliera, maestra dei comportamenti virtuosi. Atteso che ogni malattia si manifesta nel singolo individuo in forma pressoché unica abbisogna di terapia individualizzata; a chi se non al medico chiedere di riappropriarsi della "responsabilità" nella sua Missione?, di una diagnosi ponderata, la meno dispendiosa e più precisa possibile?, di un trattamento secondo scienza e coscienza il migliore disponibile con i modi e nei tempi corretti?

La Politica illuminata riesca a difendere il malato sia dalla fiumana iperliberista dell'industria farmaceutica che, dietro il totem della ricerca, straripa spesso fino alle malattie "costruite"; sia da comportamenti sanitari deontologicamente scorretti; ma principalmente da se stessa, dal proprio "braccio armato" che invece di atti propositivi e veramente funzionali al risparmio(e ce ne sono in quantità da realizzare!) dà l'impressione di proporre compromessi al ribasso e non reali salti di qualità.


Segreterie cittadina SDI LECCE

Autore: Dr. Giuseppe Chiappalone Dirigente Medico Ospedali

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