Il 75 per cento dei figli maschi delle famiglie italiane vive ancora a casa dei genitori a venticinque anni, non è una novità; il fenomeno invece in deciso aumento è quello dei giovani da venticinque a ventinove anni che risiedono ancora con i genitori. Lo dice uno studio presentato nel corso del seminario del Cnel ''Distribuzione del reddito tra le famiglie e nelle famiglie''. (FM)

Tra il 1983 e il 1993 i maschi tra i venticinque e i ventinove anni coresidenti sono cresciuti del 25 per cento e le femmine del 45 per cento, ancora maggiore l'aumento nella fascia d'età tra i trenta e i trentaquattro anni dove si è registrato un aumento rispettivamente del 41 e del 62 per cento.
Allo stesso modo diminuiscono drasticamente (praticamente dimezzati) i giovani tra i venticinque e i ventinove anni che vivono insieme alla loro famiglia con figli. Da una prima analisi, secondo lo studio, a determinare questi fenomeni sono principalmente l'allungarsi dei percorsi formativi e la difficoltà di trovare occupazione con alcune differenze tra maschi e femmine. La condizione perché una donna vada via dalla casa dei genitori è che abbia terminato gli studi, mentre per gli uomini è trovare una occupazione.