In Puglia la raccolta più importante
"Il provvedimento firmato dai Ministri delle Politiche Agricole e delle Attività Produttive è uno dei risultati della Coldiretti nella battaglia per l'etichettatura chiara e trasparente dell'origine dei prodotti agroalimentari, attraverso la sottoscrizione di una proposta di legge per cui sono state raccolte decine di migliaia di firme, ed è l'unico strumento in grado di impedire che pomodoro di
dubbia provenienza e qualità venga spacciato per italiano, quando nulla ha a che fare con le produzioni locali. Pertanto, d'ora in avanti i consumatori avranno la possibilità di acquistare confezioni di passata di pomodoro 'made in Puglia' con la sicurezza di consumare prodotto autentico della Puglia e della Capitanata". Il
Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, accoglie con soddisfazione le nuove norme per cui dal 15 giugno prossimo sarà obbligatorio indicare in etichetta la provenienza della passata di pomodoro e dei suoi derivati.
Particolarmente penalizzata da truffe e sofisticazioni fino a questo momento la Puglia, leader nella produzione di pomodoro con i suoi 2,7 tonnellate che incidono sulla produzione nazionale per il 35%. E' evidente, dunque, il danno arrecato alle imprese agricole pugliesi e alle produzioni tipiche e di qualità regionali dalle
82.000 tonnellate di concentrato di pomodoro provenienti dalla Cina per produrre finte salse "made in Italy".
Il nuovo provvedimento prevede che sulle etichette venga obbligatoriamente indicata "la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato" e completa la precedente normativa che prevede che la vera passata Made in Italy debba essere ottenuta solo direttamente da pomodoro fresco con l'eventuale aggiunta di spezie, erbe, piante aromatiche e sale, ma con una presenza di bucce e semi non superiore al 4% del prodotto finito. Tutti i derivati del pomodoro ottenuti dalla diluizione del concentrato di minore qualità e provenienti dall'estero potranno essere posti in vendita sul mercato nazionale solo con denominazioni differenti e con l'indicazione dello Stato di origine, tali da non creare confusione con la vera passata di pomodoro Made in Italy.
La firma del provvedimento giunge, tra l'altro, alla vigilia delle trattative sul contratto interprofessionale 2006 tra agricoltori ed industriali che devono trovare un accordo entro il 10 marzo, secondo quanto previsto dalla normativa comunitaria per i sostegni al settore. Già per la scorsa campagna, infatti, la Coldiretti Puglia
aveva chiesto di individuare e predisporre tutte le misure e le forme per assicurare un sostegno adeguato al reddito dei coltivatori, oltre ai controlli per garantire assoluta trasparenza all'interno dell'intera filiera, dato che il 2005 è stato
caratterizzato da un comportamento vessatorio delle industrie, che hanno rifiutato anche il 40% del prodotto, applicando il contratto in modo strumentale.
* I NUMERI DEL POMODORO A FOGGIA - La Capitanata è leader nel comparto con 3.500 produttori che coltivano mediamente una superficie di 30 mila ettari, per una produzione di 20 milioni di quintali ed una P.L.V. (Produzione Lorda Vendibile) di quasi 46.481.121 euro.