MN - COSA RESTA NELLA STORIA DELLA TECNOLOGIA DEGLI ULTIMI ANNI DEL '900?

ED - E' vero che siamo in un mondo completamente nuovo, ma sono comunque rimaste tracce che segnano la strada verso il futuro - un esempio è il motore a scoppio - tuttavia non si ha il tempo di registrare ogni passo avanti che già ne segue un altro. Il cambiamento, soprattutto da qualche anno a questa parte, è molto veloce, non abbiamo cioè il tempo di accorgerci di quello stiamo lasciando perché troppo presi a guardare verso mete più lontane. Ciò che occorre oggi è dunque la capacità di essere pronti a cambiamenti repentini , senza però negare il passato. Io per esempio ho subito un importante intervento chirurgico al cuore per il quale ho rischiato di perdere la vita. Allora, se non avessi incontrato dei medici esperti, specializzati conoscitori delle più avanzate strutture e apparecchiature tecnologiche, non avrei avuto alcuna speranza di sopravvivere. Questo per comprendere come l'elemento che deve stare alla base di tutto e che deve essere indispensabile perché il mondo abbia un futuro, è la "cultura" integrata alla formazione tecnologica.

MN - PER QUALE MOTIVO?

ED - Perché senza di essa, anche se può sembrare luogo comune, non si può andare avanti. E' la cultura che forma e che dà l'imput per progredire: grazie a questa sono stati fatti passi enormi nel settore tecnologico e di conseguenza proprio questi ultimi hanno operato dei notevoli e positivissimi cambiamenti nel mondo moderno.

MN - MA NON CREDE CHE, AL CONTRARIO DI QUANTO AFFERMANO GLI SCIENZIATI, LA SCIENZA E' SEMPRE POSITIVA, L'USO DI QUEST'ULTIMA PUO' ESSERE ANCHE NEGATIVO? I MISSILI COSIDDETTI "INTELLIGENTI" POI CADONO SUI TRENI UCCIDENDO CENTINAIA DI INNOCENTI, PER ERRORE?

ED - E' vero, esiste anche la tecnologia negativa, ma fa parte del rovescio della medaglia come per ogni cosa. Sta a chi opera nel settore della tecnologia, alla sua intelligenza fare in modo, se qualche errore viene commesso, che questo non sia irreparabile o comunque dannoso e negativo per l'umanità intera. E'; proprio qui allora che è fondamentale il ruolo della cultura. Solo questa ci può far capire cosa è o non è buono per il cammino verso il futuro del mondo, verso il suo progresso. Indispensabile è ancora la formazione tecnologica, o meglio, l'integrazione della cultura nella formazione tecnologica, soprattutto per i giovani ai quali spetta portare avanti il cammino intrapreso in quest'ultimo scorcio di secolo. Quest'operazione deve però avvenire in maniera positiva, tendere al miglioramento del mondo e non alla sua distruzione.

CP - MA NOI GIOVANI COME POSSIAMO CONTRIBUIRE AL MIGLIORAMENTO DEL MONDO SE NON TROVIAMO CHI E' DISPOSTO A FORMARCI? SPECIALMENTE NEL SUD, ANCHE SE LA PROPENSIONE VERSO IL CAMBIAMENTO E' MOLTO FORTE, SIAMO COSTRETTI AD ANDARE SEMPRE FUORI E A NON TORNARE PIU' PER PORTARE LE NOSTRE ESPERIENZE , ARRICCHIRE E FAR PROGREDIRE IL NOSTRO PAESE, COSI' QUEST'ULTIMO RIMANE SEMPRE INDIETRO.

ED - Non è vero che al sud mancano le strutture di formazione. Il fatto è che l'impegno deve partire proprio dai giovani: sono loro che si devono lasciare guidare dalla curiosità, dal desiderio di conoscere per migliorarsi e migliorare il mondo. Certo non devono pensare che sia tutto facile, ma non per questo devono scoraggiarsi e abbandonarsi a se stessi. C'è bisogno di molto spirito di sacrificio da parte loro, così come solo la loro energia la loro voglia di fare, di conoscere può portare a compiere nuovi passi verso cambiamenti positivi e sta a loro riportare questi cambiamenti anche dove sembra che tutto sia rimasto fermo come si potrebbe pensare sia successo per il sud. Ma proprio questo è il momento e il posto che offre maggiori prospettive per compiere dei passi importanti. Qui nel sud ci sono tantissime risorse che non vengono sfruttate per niente e di cui, a volte, si ignora addirittura l'esistenza. Sta alla nuova generazione, guidata dalla cultura, accorgersi di ciò, operare il cambiamento, compiere nuovi passi partendo proprio da dove si pensa che non sia possibile agire in questo senso.

MN - COSA NE PENSA DELL'INFLUENZA DELLA CLASSE POLITICA SUI CAMBIAMENTI DEL NOSTRO PAESE SOPRATTUTTO QUELLI DEL SETTORE TECNOLOGICO E DELL A COMUNICAZIONE?

ED - La nostra politica, quella di noi imprenditori, è solo quella di seguire la clientela, di operare delle scelte in funzione dei bisogni di quest'ultima. Preferiamo non comprometterci con nessuno perché in questo modo si rimane liberi da una parte, ma bloccati dall'altra; cerchiamo invece di essere quanto più indipendenti possibile. Dipendiamo solo dai nostri clienti e dalle esigenze che man mano ci manifestano, in tutti i modi cerchiamo di mostrarci aperti, di portarci e guardare avanti, proiettati sempre verso il futuro ma con uno sguardo rivolto comunque al passato. Solo accumulando sempre più esperienze possiamo osare di intraprendere un cammino fatto di cambiamenti positivi per il mondo .L'esperienza SMAU non è stata mai supportata da aiuti economici o politici

MN - MA PER NOI QUESTA E' UNA FAVOLA, VIENE DA PENSARE CHE DIETRO UNA MANIFESTAZIONE DELLA PORTATA DI SMAU, O SI HA ALLE SPALLE QUALCUNO CON MOLTI SOLDI, O SI E' COPERTI DALLA POLITICA.

ED - No, è una nostra scelta non aver voluto né l'una né l'altra strada. Nostra intenzione è quella di agire a Roma e questo perché possiamo permetterci di farlo non perché serva politicamente a qualcuno.

AA - CHE COSA SALVEREBBE DA TECNORAMA E QUALI SONO STATI INVECE GLI SBAGLI COMPIUTI?

ED - Tecnorama, aprendo quest'anno autonomamente, si è posta come la migliore manifestazione del settore nel centro-sud e dunque, se errori ci sono stati, sicuramente non imperdonabili. Solo a Bari si è potuto assistere ad una mostra grafica unica nel suo genere e ciò permette a Tecnorama di essere unica.

Alessandro Antonicelli; Maria Nocera; Chiara Pellegrino