Era un detenuto in semilibertà Antonio Tampete, il pregiudicato di 52 anni ucciso stamattina davanti al bar-ristorante nel quale si era recato per lavorare subito dopo essere uscito, come ogni mattina, dal carcere di Maglie (Lecce) dove scontava un cumulo di pena di oltre sette anni di reclusione. L'uomo è stato ucciso davanti alla moglie e ad alcuni famigliari; diversi passanti hanno assistito alle fasi dell'agguato.
I due sicari - che viaggiavano a bordo di uno ciclomotore e avevano il volto coperto con caschi - hanno utilizzato per l'agguato una mitraglietta calibro 9 parabellum con la quale hanno sparato tutti i 38 proiettili contenuti nel caricatore.

Secondo quanto si è appreso da fonti inquirenti, Tampete in passato era stato coinvolto e condannato per aver partecipato ad un vasto traffico di sostanze stupefacenti. Attività questa - ipotizzano gli inquirenti - che potrebbe aver continuato a svolgere.
Per questo motivo le indagini sull'agguato, condotte dai carabinieri e coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Lecce, Cataldo Motta, sono orientate sul regolamento di conti tra clan che si contendono il controllo del traffico di sostanze stupefacenti nel Salento.