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Data: 20/08/2002 - Ora: 09:47
Categoria:
Politica
Il barcone è stato raggiunto dalla squadriglia navale della Guardia di Finanza e trainato a rimorchio nel porto di Pozzallo in provincia di Ragusa. A bordo c'erano 113 uomini e 38 tra donne e bambini, provenienti da Africa, Kurdistan e vari Paesi dell'Asia, tutti senza documenti di riconoscimento. Per alcuni di loro, particolarmente provati dalla traversata è stato necessario il ricovero in ospedale. In mattinata sono stati tutti trasferiti in un centro provvisorio di prima accoglienza, allestito nella palestra di una scuola del piccolo comune siciliano.
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Nel primo pomeriggio è stata avvistata un'altra imbarcazione, questa volta al largo dell'isola di Pantelleria dove ieri erano già sbarcati altri 31 extracomunitari. A bordo c'erano una decina di persone che sono state sottoposte a visita medica e poi trasferite in un centro di accoglienza.
Questa nuova ondata di arrivi sta facendo salire la tensione lungo tutta la costa siciliana. L'isola rischia di non essere più in grado di accogliere i clandestini, e ormai si parla apertamente di emergenza non solo umanitaria, ma anche sanitaria. "La situazione in Sicilia è drammatica ed il governo è latitante - denuncia la vicecapogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, Graziella Mascia - Il primo di agosto avevamo denunciato il rischio epidemia nel centro di accoglienza per immigrati di Lampedusa quando c'erano 197 persone. Dopo gli ultimi sbarchi sono saliti a 350, una situazione allucinante e disumana".
E l'opposizione attacca anche per bocca del presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: "La nuova emergenza clandestini conferma che la sbandierata legge Bossi-Fini è razzista con gli immigrati lavoratori e totalmente inefficace nella lotta contro i mercanti di uomini". I Verdi rilanciano la proposta di mobilitazione per l'abrogazione di una legge che considerano "vergognosa" e chiedono al governo di rispondere al più presto "sulla sua disastrosa politica dell'accoglienza evidenziata dai drammatici eventi di questi giorni".
A dare una mano nella dura lotta contro il traffico nel Mediterraneo arriva però la notizia della prima vera operazione anti-traffici tentata dal governo albanese. Nei giorni scosi le forze dell'ordine di Tirana hanno sequestrato due motoscafi di grossa cilindrata e arrestato quattro trafficanti. A Valona sono stati chiusi due cantieri nautici e bloccati sette distributori di carburante che rifornivano le navi sulla costa sud del Paese.
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