I repubblicani continueranno a controllare il Congresso, ma sono i democratici a cantare vittoria. Nel voto per il Senato, le proiezioni assegnano cinquantacinque seggi ai repubblicani e quarantacinque ai democratici. Una situazione invariata rispetto al precedente Parlamento. Alla Camera dei rapppresentanti, le proiezioni assegnano ai repubblicani duecentoventiquattro seggi ed ai democratici duecentodieci, con un indipendente. Questo dovrebbe tradursi in un guadagno di quattro seggi per il partito di Bill Clinton. Nella Camera uscente i repubblicani avevano duecentoventotto seggi, i democratici duecentosei, più un indipendente. (FM)

Il voto per i governatori vede i repubblicani fare un passo indietro (da 32 a 31), i democratici restare a quota 17 mentre gli indipendenti salgono a 2, grazie alla sorprendente vittoria in Minnesota dell'ex-lottatore Jesse Ventura.

Il successo democratico in alcune tra le più importanti sfide parlamentari di questa tornata elettorale negli Usa dimostra che gli americani non vogliono subire un'altra prolungata indagine sulla vita sessuale del presidente Bill Clinton nell'ambito della procedura di 'impeachment' in corso al Congresso.

E' questa l'interpretazione a caldo del vicepresidente Al Gore dei risultati elettorali. In un'intervista ad un'emittente radiofonica di Boston, il vice di Clinton ha detto che gli elettori hanno voluto mandare un messaggio al Congresso: tornate ad occuparvi delle questioni del popolo. Secondo Gore, le vittorie dei democratici dimostrano la preferenza degli elettori per i candidati che parlano delle questioni importanti: la previdenza sociale, la pubblica istruzione e l'assistenza sanitaria.