Lunedì visita ufficiale del presidente del Consiglio, Romano Prodi, in Albania per due grandi progetti delle Società Enel e Terna
Mentre in Albania, proprio nella città di Durazzo, si assiste ad una razionalizzazione dell'energia elettrica, - ogni sei ore due ore senza energia elettrica - l'Italia si appresta a chiudere un importante accordo con i lPaese delle Aquile: produrre energia in Albania, a costi competitivi, e trasportarla in Italia. La sete di energia dell'Italia potrebbe, quindi, trovare parziale soddisfazione nel Paese delle Aquile. La campagna-Balcani di Enel e Terna, infatti, sta concretizzandosi in importanti accordi in via di definizione con il governo albanese. E domani arriva a Tirana anche il premier Romano Prodi per puntellare politicamente le strategie energetiche dell'Enel. L'obiettivo è quello di conseguire una posizione di primo piano nell'area, che presenta considerevoli possibilità di sviluppo, e di consentire all'Italia di diventare l'hub elettrico del Mediterraneo. Il sud-est Europa, e l'Albania, sono considerati da Enel una zona strategica, dove l'unica variabile negativa è determinata da una certa instabilità dal punto di vista politico, soprattutto per la questione legata all'indipendenza del Kosovo. La società elettrica, negli ultimi giorni, ha intensificato i contatti con Sali Berisha, discutendo della realizzazione sul suolo albanese di una grande centrale a carbone. «L'Enel – ha detto 20 giorni fa il premier, dopo un incontro con l'ad, Fulvio Conti – sta lavorando a un grande progetto». Sul tappeto, a quanto si è saputo, Enel sarebbe pronta a fare un grosso investimento. Anche in vista della possibilità di portare l'energia in Italia grazie all'elettrodotto che Terna si accinge a realizzare e che dovrebbe essere entro la fine del 2009. Nei piani dell'azienda guidata da Flavio Cattaneo, infatti, sarebbe prevista la posa di un cavo sottomarino, lungo 200 chilometri e della portata da 500 a mille megawatt, che collegherà le due sponde dell'Adriatico: da Durazzo alla costa pugliese, al confine tra le province di Bari e Foggia. L'investimento rientra nel Piano di sviluppo 2007-2016 per il potenziamento delle interconnessioni. È la seconda interconnessione di Terna con i Balcani, dopo quella già attiva con la Grecia e che arriva sempre in Puglia, però nel Salento. Nella regione balcanica la società ha recentemente raggiunto due accordi con la Croazia e il Montenegro per lo studio di fattibilità a posizionare altrettanti cavi sottomarini con destinazione Italia: il primo tra Marche e Abruzzo, il secondo con lo stesso approdo pugliese di quello albanese. L'obiettivo di Terna è quello di intercettare il considerevole aumento di produzione di energia nell'area balcanica – a carbone, eolica, a gas o nucleare, quest'ultima se l'interessamento di Berisha dovesse avere un seguito – anche con interconnessioni terrestri, e di diventare la società di riferimento in tutto il Mediterraneo. 2/12/2007