Nasce un comitato di cittadini illustri
Ripristinare la bellezza del paesaggio, difendendolo dagli ecomostri e dalle discariche abusive. Con campagne di sensibilizzazione ambientale ma anche con azioni più risolutive: comprando terreni e abbattendo le costruzioni brutte, spesso scheletri di cemento mai completati. È ciò che propone di fare "Coppula Tisa", comitato che prende il nome dalla saggia e tenace lucertola salentina. L'esponente più in vista è il regista Edoardo Winspeare, che ormai da quasi dieci anni racconta con passione questa meravigliosa finibus terrae che è il tacco d'Italia. Ed è lui che ci parla di questo progetto.
Ci illustra l'iniziativa "Coppula Tisa"?
Si tratta di un comitato di cittadini nato qualche mese fa, che ultimamente si è notevolmente ampliato e si sta facendo conoscere. Il nostro intento è quello di salvaguardare il paesaggio, partendo dal Salento. Ciò che intendiamo fare è acquistare di pezzi di territorio ritenuti interessanti allo scopo di preservarli da edificazioni e discariche selvagge, ripristinando la bellezza perduta. Se necessario abbattiamo le costruzioni, le brutture edilizie che deturpano il paesaggio. Dopodiché l’area salvata viene donata alla comunità.
La raccolta fondi sta dando i suoi frutti?
La prima costruzione è praticamente già stata acquistata, ma non sarà abbattuta ora: la demolizione avverrà questa estate. Si tratta di un edificio molto brutto localizzato in un terreno al contrario molto bello, che si trova lì da vent'anni. La costruzione non è mai stata portata a termine: uno scheletro di cemento, in pratica.
Vi siete imbattuti in molte le difficoltà nel corso della compravendita?
Siamo al Sud e tutto è più complicato perché più lento. Quando avviamo una trattativa è meglio non far sapere che dietro ci sono io. «Ah, è Winspear?», e si alzano i prezzi.
Le forze dell'ordine hanno segnalato 874 costruzioni fuorilegge nella sola provincia di Lecce (Corriere del Mezzogiorno, 4 aprile). L'abusivismo ha senz'altro un peso notevole in questa zona.
I salentini hanno coscienza civica e senso di appartenenza radicata e sono certo meno sfortunati di altri al Sud, ma purtroppo vige ancora una politica clientelare. Del tipo «io ti faccio un favore, ti faccio costruire, e tu…». Uno ha cinque pezzi di terreni? Ci costruisce sopra altrettante case per aumentare il valore dell’appezzamento. Coppula Tisa vorrebbe cambiare la mentalità della gente, cacciare quel senso di scoramento, quel piangersi addosso, perché siamo al Sud, in una terra di confine, fuori dal mondo. Qualcuno dice «Ma che credete di fare?», ma da qualcosa bisogna pur iniziare.
L'idea è lodevole sotto ogni punto di vista, ma certo non potrà salvare il Salento dalle brutture. Perché allora non chiamare in causa anche i Comuni o la Regione, per esempio?
La nostra intenzione è di fare tutto come cittadini. Non chiamiamo in causa le pubbliche istituzioni, non chiediamo loro aiuti, fondi. Riceviamo 150 e-mail al giorno, hanno sottoscritto il progetto in 2mila. L'idea è, una volta operato concretamente, mostrare ciò che abbiamo fatto agli organismi istituzionali. E alla fine, quando avremmo un certo potere, forse scompariremo. Come fanno le lucertole, che si mettono al sole e poi scompaiono tra i muretti a secco della campagna.
Fino a non molti anni fa il Salento era ai più sconosciuto. I suoi film, la riscoperta della musica popolare, del raggamuffin dei Sud Sound System, hanno contribuito alla sua attuale notorietà. Tutto questo ha avuto un risvolto anche a livello turistico, specie nel periodo estivo.
Il territorio è quello che è a livello di estensione, non ci sono le strutture ricettive per un turismo di massa. Le spiagge, quelle di Ugento, Otranto per fare due esempi, non hanno nulla a che vedere con quelle chilometriche del Nord Adriatico, di Rimini, Cattolica. L'ideale sarebbe promuovere un turismo il più possibile culturale, in modo che ci siano visitatori anche a marzo, ad aprile. In agosto il Salento si snaturalizza, i prezzi aumentano, il clima diventa frenetico. E con la frenesia diventiamo tutti un po' più antipatici.
Autore: Alessandra Del Re da www.libero.it