Il presidente di Confindustria apre alla proposta del ministro del Tesoro di un nuovo patto sociale. ''Se ne può parlare - afferma in una intervista a La Repubblica - ma a una sola condizione: che non siano messi in discussione i profitti, neanche quelli unitari. Se così fosse sarebbe una proposta dirigista. Lo scambio tra flessibilità del lavoro e investimenti delle imprese si può fare ma è impensabile e va contro le più elementari logiche di mercato l'introduzione di elementi di rigidità s ui profitti''. (FM)

Sul capitolo lavoro il presidente di Confindustria afferma che ''nessuno ha la bacchetta magica, la Thatcher ci ha messo quattordici anni per risolvere il problema dell'occupazione, ma noi non possiamo aspettare così tanto''. Intanto però sull'occupazione ''il governo è deludente. Non sono io il solo a dirlo ma lo confermano anche gli stessi leader della maggioranza''. E Fossa avanza due proposte: la prima è ridurre il costo del lavoro. ''I salari reali non si toccano - afferma - io propongo invece di liberare per tutti il costo del lavoro dagli oneri impropri che appesantiscono la busta paga. E poipropongo per i giovani neoassunti nel Mezzogiorno un'esenzione contributiva totale per i primi quattro-cinque anni. Il relativo buco si colmerebbe - aggiunge - dando agli stessi giovani la possibilità di riscattare in futuro quel periodo con rateizzazioni in più anni come avviene oggi per la laura''. La seconda proposta riguarda gli investimenti. ''Il governo vari un'altra legge Tremonti non limitata nel tempo che premi le imprese che reinvestono gli utili con maggiori vantaggi per chi incrementa l'occupazione''.