Secondo la società americana di consulenza Forrester Research, il commercio elettronico fra produttore e consumatore finale (chi compra on line libri, cd, computer,biglietti aerei e quant'altro) ha raggiunto nel '98 un giro d'affari mondiale di 8 miliardi di dollari.
L'Italia è ancora distante anni luce dallo scenario americano, ma alcuni esempi ci confortano: la Seat, l'azienda che si occupa delle pagine gialle, ha già oltre 70 mila aziende-clienti, che ricorrono ai suoi servizi; la Fiat sta trasformandosi in una networked corporation, un gruppo industriale in costante collegamento con Internet ,con i partner, dai fornitori ai concessionari. E la Ras ha appena messo a punto il suo progetto di bancasurrance in Rete.
Qui si parla di grandi gruppi industriali, ma le piccole e medie imprese ancora non sono al passo con i tempi e, secondo Giovanni Cagnoli, amministratore delegato della società di consulenza Bain Cuneo, gli ostacoli non sono di carattere economico , ma culturale.
"O ci mettiamo in testa che i computer devono diventare una cosa normale fin nelle scuole, oppure perderemo il treno".Le conseguenze spiega Cagnoli saranno :"una cresita economica infinitamente più bassa rispetto ai paesi evoluti, e non solo degli Stati Uniti, ma anche della Spagna, che ci ha superato. E meno crescita significa meno sviluppo, meno posti di lavoro".
(fonte Il Corriere della seraAC)