Tremila miliardi di fatturato annuo e centomila lavoratori occupati: queste le dimensioni della cooperazione sociale in Italia stimate nel 1998 dal Centro Studi Cgm e rese note in un convegno, in corso fino a domani al Cnr a Roma, per iniziativa di Città visibile, un'associazione di imprese sociali. Settore del no-profit, la cooperazione sociale conta quattromiladuecentocinquanta imprese, vi lavorano diciassettemilacinquecento persone svantaggiate (fra i quali invalidi civili, psichici ecc.) undicimila volontari oltre ai centomila lavoratori retribuiti. (FM)

Offre servizi a quattrocentottantamila utenti ed in media ogni cooperativa ha un fatturato vicino ai 900 milioni. Il 60% delle imprese gestisce i servizi di assistenza domiciliare per anziani, minori ed handicappati, il 34% si occupa di inserimento lavorativo.

La loro concentrazione regionale è maggiore al Nord con il 51,5%, segue il Sud con il 29,3% ed il Centro con il 19,2%. Uno studio europeo sugli assegni di cura domiciliare (pagamento in denaro fornito alle persone bisognose di cura) ha messo in evidenza la buona utilizzazione di questo strumento: ''il timore - ha detto Marjia Pjil, ricercatrice olandese che ha partecipato all'indagine - che i beneficiari degli assegni potessero farne un uso indebito risulta senza fondamento.

Non è stato scoperto nulla che dimostrasse che la qualità del lavoro di cura pagato dai beneficiari degli assegni debba essere inferiore alla norma''.