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Ecco il contropiano sanitario del centrosinistra pugliese che salva gli ospedali

Data: 19/09/2002 - Ora: 10:05
Categoria: Politica

Il Michele Sarcone di Terlizzi viene promosso "ospedale distrettuale". Così come Gioia del Colle. Scompaiono, invece, Maglie, Mottola e Rutigliano. O meglio: entrano nell'elenco dei 15 nosocomi da riconvertire in strutture di lungodegenza e riabilitazione, mantenendo però il pronto soccorso. Si salvano anche il Di Venere, il Giovanni XXIII, il Santissima Annunziata e il Vito Fazzi, trasformati in "ospedali regionali" insieme al Policlinico, gli Ospedali Riuniti di Foggia, il San Paolo e i tre ecclesiastici. In complesso, i posti letto "salvati" sono poco più di ventimila.

Ecco alcuni assaggi del "contropiano" di riordino ospedaliero partorito dall'opposizione di centrosinistra in consiglio regionale. E' l'alternativa al piano "lacrime e sangue" presentato a fine luglio dal presidente della Regione Raffaele Fitto, che si è portato dietro una scia di proteste e contestazioni in decine di comuni pugliesi, dal Gargano al Capo di Lecce. Ieri, tutti i consiglieri regionali e una quarantina di sindaci del centrosinistra (da quello di Barletta, Francesco Salerno, a quello di Mesagne, Mario Sconosciuto) si sono riuniti e hanno provato a immaginarne un altro. «Il nostro è certo Gaetano Carrozzo, dei Democratici di sinistra riesce a realizzare tutti gli obiettivi di contenimento della spesa di cui Fitto dice di voler tenere conto. Quello sì che non ha giustificazioni di bilancio: il nostro rispetta il parametro dei 4 posti letto ogni mille abitanti, previsto dalla Legge. In più, introduce altri criteri di valutazione, come l'appropriatezza dei ricoveri. E sbugiarda, punto per punto, le inesattezze del Governatore». Quello che sarà presentato venerdì in una conferenza stampa, dunque, è il "piano alternativo" che secondo il presidente della Regione ad agosto lo ha ripetuto ogni volta che si trovava di fronte a un consiglio comunale durante il suo "tour" l'opposizione non aveva. Ma è soltanto un esercizio di immaginazione? Un gioco a tavolino escogitato da chi non deve dar conto all'opinione pubblica di decisioni ufficiali? Non la pensa così Carrozzo: «Non lo sarà. Noi chiediamo la revoca e la riscrittura del piano. E potrebbe essere tenuto in considerazione per eventuali ricorsi al Tar che lo annullassero». Infatti, alla riunione di ieri c'erano anche un avvocato, Luca Clarizio, che ha spiegato ai sindaci come e perché ricorrere. Ma mentre gli altri partner del centrosinistra lasciano che siano i singoli comuni a farlo, Rifondazione ha già dato mandato per presentare ricorso all'avvocato Gino Paccione. I consiglieri di centrosinistra, che rivendicano anche una differenza di metodo rispetto a Fitto, lo presenteranno nei prossimi giorni in ogni Asl anche ai sindacati e alle associazioni di categoria. «No, il nostro non è un giochino virtuale dice Michele Losappio, di Rifondazione E' accompagnato dalla mobilitazione popolare per la raccolta di firme contro il ticket e per la grande manifestazione del 7 ottobre».

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