La chiesa cattolica fa atto di pentimento per lo sterminio degli ebrei per mano nazista durante la seconda guerra mondiale e guarda al nuovo millennio con la speranza che il sentimento antigiudaico resti un ricordo del passato. Non nuovo, ma certamente formalmente definitivo giunge oggi, attraverso un documento vaticano introdotto da una lettera dello stesso Giovanni Paolo II, il rammarico dei cattolici per i contrasti secolari con gli ebrei e un certo antigiudaismo che può aver facilitato il proposito hitleriano di sterminare gli ebrei. Il Vaticano lascia intendere di voler mettere definitivamente una pietra su questa ''indelebile macchia del secolo che si sta concludendo'' non per dimenticare, ma per una storia nuova di fraterna collaborazione con gli ebrei con i quali i seguaci di Gesù condividono le radici della fede. Ricordare la Shoah significa assumere un impegno solenne: ''ai semi infetti dell'antigiudaismo e dell'antisemitismo non si deve mai più consentire di mettere radice nel cuore dell'uomo''. E' con questa espressione che si conclude il documento che la commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo ha pubblicato oggi con il titolo ''Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah''. (MN)