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E' Luigi Pepe il Presidente del Consiglio regionale pugliese

Data: 09/06/2005 - Ora: 09:52
Categoria: Politica

Una sintesi del discorso del neoeletto Presidente Pepe

E’ Pietro Pepe (Ppi) il Presidente del Consiglio Regionale Pugliese alla sua ottava legislatura: 47 i voti favorevoli, 22 le schede bianche, già annunciate dall’opposizione durante la discussione preliminare, e solo un astenuto per quella che è considerata dalla maggioranza una presidenza di garanzia per la salvaguardia della dinamica del confronto democratico. Da 10 anni protagonista indiscusso e autorevole della vita dell’istitizione pugliese, Pepe, candidato nelle liste della Margherita, alle elezioni del 3 e 4 aprile è stato confermato consigliere nella circoscrizione provinciale di Bari, ed oggi eletto ad una delle più alte cariche istituzionali della Regione.( Due citazioni di Aldo Moro, una di Pascal e una di Pasolini. Ricco di riferimenti politico-culturali il discorso del neopresidente del Consiglio regionale, Pietro Pepe, subito dopo l’elezione. "Inizia oggi – ha esordito - la nuova legislatura che, auspichiamo, possa caratterizzarsi per una rinnovata capacità dell'Istituzione regionale di programmare politiche per risolvere e superare i problemi dello sviluppo che si trascinano da troppo tempo". Ha ringraziato l’Assemblea della fiducia accordatagli, impegnandosi ad essere "garante" dell’Istituzione regionale. Poi, il neo-presidente ha spiegato quelli che sono i fondamenti della sua concezione della politica e dei valori: "Durante il lungo viaggio all’interno delle Istituzioni, il mio sogno è sempre stato quello di umanizzarle, di renderle vive, attente ai bisogni dei cittadini. Tutto il contrario della metafora del Palazzo lontano e distante dalla gente. Passione e speranza. E’ questo il binomio inscindibile che spero possa caratterizzare il nostro impegno nei prossimi anni". Dal punto di vista programmatico, Pepe ha indicato alcune priorità: "Il Consiglio è la casa dei pugliesi e di tutti i consiglieri che debbono essere posti nelle condizioni di lavorare al meglio. Così la prima esigenza, la prima sfida che dovremo superare, è quella di adeguare il regolamento allo Statuto, e di rivedere, se l’Assemblea lo riterrà opportuno, quelle parti dello stesso che potrebbero meritare una rivisitazione. Tutto questo sarà possibile, se l’Assemblea lo riterrà, con il coinvolgimento di tutti. Lo statuto è la carta fondamentale della Regione e pertanto, va eventualmente cambiato in una logica unitaria e collegiale. In questa prospettiva ha rilanciato la "missione legislativa", in funzione del decentramento e alla luce delle modifiche del titolo V della Costituzione, e il recupero della funzione di programmazione generale. Ha esaltato il ruolo degli organismi di partecipazione e di controllo, sorti con lo statuto regione. "Per attuare tutto questo – ha aggiunto - occorre giungere alla vera e totale autonomia regionale, attraverso una concertata corrispondenza finanziaria da definire con il governo regionale". Pepe ha insistito molto sugli effetti negativi che devolution e federalismo possono avere sul Mezzogiorno: "I provvedimenti sono percepiti nel Mezzogiorno come un rischio perché delineano una nuova architettura istituzionale che pone il Sud dinanzi a nuove problematiche. Noi crediamo nell’unità del Paese e dello Stato che ha il dovere di garantire, nel rispetto della Costituzione, uguali diritti alla salute, alla formazione e alla sicurezza, per tutti i suoi cittadini. Invece, la legge sulla devolution rischia, nella migliore delle ipotesi, di sacralizzare le differenze già oggi esistenti tra le diverse aree del Paese". Ha lanciato l’appello a fermare il declino: "La Puglia è una regione piena di potenzialità, ricca di intelligenze e di talenti che chiedono solo di essere posti nella condizione di esprimersi. Ma è anche la regione che paga duramente un’assenza di progettualità e di visione del futuro che si manifesta in fenomeni di stagnazione del sistema economico. I nostri giovani migliori, così come fecero i loro nonni, hanno ripreso a fare le valigie per cercare fortuna al Nord." I punti di crisi? Il distretto del Tac, del salotto-imbottito, agricoltura, turismo, artigianato, piccole e medie imprese. "Fermare il declino: è questo l’obiettivo – ha sottolineato Pepe - che abbiamo dinanzi a noi. La disoccupazione dilaga, i punti nevralgici dello sviluppo perdono colpi, settori crescenti della società sono in preda alla paura e alla sfiducia". La frontiera dello sviluppo e della solidarietà – ha proseguito Pepe – è rappresentata dalla missione della Puglia nel Mediterraneo: "Il nostro mare è la culla della nostra cultura. La Puglia, per contatti secolari, ha sempre costruito "ponti politici e culturali" con Paesi e popoli del Mediterraneo. In questa logica va ripresa una vecchia vocazione, che deve fare della Regione un interlocutore privilegiato di politiche di collaborazione e di pace, in un’area che resta di profonda instabilità". Infine l’appello al Consiglio a valorizzare al massimo l’Istituzione regionale, e al sistema Puglia l’invito al lavoro comune per costruire insieme la nuova fase politico-istituzionale

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