Il professor Antonio Martino dell'Università di Pisa è il relatore finale della giornata organizzata sui profili giuridici del Commercio Elettronico. Nel commercio è basato nel credito, quindi nella fiducia "la fiducia tradisce l'uomo e mette la donna incinta" traducendo un vecchio detto spagnolo. Il vincitore di Internet non è noto, non è facilmente ascrivibile ma è una grandissima possibilità di sviluppo.
Il commercio della rete non è rifeito al singolo individuo, le implicazioni non sono semplici dal momento che esistono per esempio le relazioni tra il commercio e la Pubblica Amministrazione e questa non è un relazione semplice e scontata. I dati sono letti in maniera diversa da Paese a Paese. Nel diritto nel commercio elettronico cambia il rapporto territorio-applicabilità della legge. La legge viene applicata in un territorio fisico diverso da quello originario e in un tempo altrettanto differente. Cambia anche la casualità. La legislazione si deve adeguare alle nuove esigenze di mercato, in Italia ce ne sono troppe, fino a oggi circa 35 mila.Il problema è di tipo qualitativo, soprattutto, in Puglia ce sono circa 1.037 leggi, attualmente sono state risotte a circa 650. Si parla di contaminazione legislativa ma non si può eliminare la "spazzatura", le norme derogate, implicitamente derogate. Martino si rifiuta di parlare di firma digitale, parla di documento. Prima il diritto internazionale privato trattava la legge applicabile, ora tutto il diritto è investito da questa ipotesi.
La legge può essere perfetta ma inapplicabile e inapplicata. Anche questo diventa un problema. La mancanza di un'autorità mondiale è indice di deregulation; tema importante è la formazione, in questi anni è mancata la formazione degli operatori che dovevano di fatto caricare i programmi e applicarli. Il vero cambiamento è la nuova cultura digitale che comprende tutto il scibile legato alle nuove tecnologie. (MN)