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Ds Puglia: "Ma pagheremo noi i debiti dell'Acquedotto"

Data: 27/07/2002 - Ora: 10:16
Categoria: Economia

Il ritardo nelle procedure di privatizzazione dell'Aqp e la probabile intenzione dell'amministratore dell'ente, Francesco Divella, che vorrebbe posporre la privatizzazione al risanamento economico preoccupano i Ds che martedì hanno presentato interrogazioni alla Camera ed al Senato nonchè al presidente della Giunta Regionale pugliese. È quanto hanno riferito i deputati Enzo Lavarra e Giuseppe Rossiello e i consiglieri regionali Carmine Dipietrangelo e Mario Loizzo.

«Le interrogazioni - ha sottolineato Dipietrangelo - chiamano tutte il presidente della Giunta, Raffaele Fitto, a rispondere dinanzi al consiglio regionale e al Parlamento del proprio impegno a favore di un servizio idrico integrato con costi contenuti a cui i pugliesi avrebbero diritto». I dubbi dei rappresentanti locali e nazionali dei Ds riguardano «la possibilità che sia la Regione - e quindi i pugliesi - a farsi carico di un bilancio in rosso dell'Acquedotto all'indomani della crisi idrica che potrebbe fare anche perdere all'ente una fetta del suo valore se la privatizzazione non avverrà prima del bilancio 2003. L'incertezza in cui versa tutto l'Acquedotto, la mancanza di un piano di ambito propedeutico alle convenzioni con i comuni - ha concluso Lavarra - pesano anche sugli accordi per il trasferimento delle risorse idriche dalle altre regioni per cui occorre presentarsi al tavolo interregionale con strategie e programmi per stare al passo con il lavoro di verifica che le altre regioni, vedi il Molise, stanno attuando».
Intanto il processo di privatizzazione va avanti. La Regione Puglia deve concludere "apposite intese con la Regione Basilicata mediante un accordo quadro concordato e sottoscritto dai due presidenti". È la deliberazione con la quale ieri la giunta della Puglia, azionista di maggioranza dell'Acquedotto Pugliese Spa, ha avviato ufficialmente la dismissione dell'ente: un passo "imposto" dalla legge 488 del 2001 che ha trasferito alle regioni Puglia e Basilicata l'intero capitale dell'Aqp. Con la stessa norma si stabiliva che entro sei mesi dal conferimento della proprietà delle azioni - avvenuta il 30 gennaio scorso con un decreto del ministro dell'Economia - le due Regioni avrebbero dovuto provvedere alla privatizzazione dell'acquedotto. Il capitale trasferito dal ministero dell'Economia (80.204.000.000 di lire, cioè 41.385.573,60 euro) è passato senza oneri alle Regioni in proporzione al numero di abitanti di ciascuna: l'87,108 per cento alla Puglia, il restante 12,892 alla Basilicata. E nel frattempo il Consiglio nazionale delle acque albanesi, il Kku, ha dato il primo via libera alla realizzazione di un acquedotto che dovrà collegare la sorgente "Occhio azzurro", nel distretto meridionale di Saranda, con la rete dell'acquedotto pugliese. La richiesta, presentata dal governo italiano per il tramite dell'Ente autonomo acquedotto pugliese, l'Eaap, era ferma da sette anni.

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