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Doppia bocciatura dalle commissioni per la centrale a biomasse di Lecce

Data: 02/02/2009 - Ora: 09:52
Categoria: Politica

Doppia bocciatura dalle commissioni per la centrale a biomasse di...

L'ago della bilancia sarà il Pd che potrebbe dare i voti necessari per la costruzione ma è notizia delle ultime ore secondo cui Antonio Rotundo avrebbe già espresso il suo voto contrario.

La centrale a biomasse che dovrebbe sorgere a Lecce incontra i primi ostacoli. Ha, infatti, incassato i no delle commissioni Urbanistica e Ambiente di Palazzo Carafa,sabato mattina, il progetto presentato dal gruppo Italgest di Paride De Masi, in collaborazione con Coldiretti, per la realizzazione di una centrale a biomasse della potenza di 25 megawatt sulla via per Novoli. Pareri contrari, ma non vincolanti in vista del voto del Consiglio comunale, come ha peraltro precisato il presidente Fausto Giancane. Nel senso che, nella seduta dell'assemblea cittadina, già convocata per domani, l'Aula potrebbe anche decidere di ribaltare quel responso negativo, concedendo l'ultimo e decisivo via libera all'impianto. L'ago della bilancia sarà il Pd che potrebbe dare i voti necessari per la costruzionema è notizia delle ultime ore secondo cui Antonio Rotundo avrebbe già espresso il suo voto contrario.
Sul voto del Consiglio graverà, inoltre, eforse è questa la vera novità di ieri, il giudizio non certo lusinghero espresso per iscritto da tre dirigenti di Palazzo Carafa: Fernando Bonocuore (settore Ambiente), Luigi Maniglio (Urbanistica) e Maria Luisa De Salvo (Avvocatura e Contenzioso). Questi ultimi hanno in sostanza considerato "fuorilegge" l'impianto proposto da Italgest, in quanto non in linea con quanto proposto dalla recente normativa regionale approvata nell'ottobre scorso. "Risulta che, alla luce dell'articolo 2, comma 4, della legge regionale numero 31 del 2008, l'impianto proposto da Italgest non possa qualificarsi a "filiera corta" - si legge - in quanto non è garantita la condizione che almeno il 40 per cento del fabbisogno sia stabilmente proveniente da coltivazioni insistenti su un raggio di 70 chilometri dall'impianto stesso".
Non ha quindi avuto un buon esito la nota integrativa, frettolosamente presentata venerdì in Commissione a firma dei presidenti di Italgest e Coldiretti, per sancire il formale rispetto della normativa regionale. Ma, in ogni caso, i tre dirigenti hanno pure concordato sul fatto che il consiglio comunale potrà esprimersi martedì sulla deliberazione depositata. E si preannuncia battaglia. Del resto, ieri, al secondo piano di Palazzo Carafa, dove era in programma la seduta congiunta delle commissioni Urbanistica e Ambiente, non sono mancati i momenti di forte tensione tra promotori del progetto (Italgest e Coldiretti, appunto) e i rappresentanti del "Fronte del No".
«Questo discorso sulla filiera lunga o corta non avrebbe avuto ragione d'essere - ha attaccato Alessandra Inguscio, a nome delle associazioni contrarie alla centrale - Perché sarebbe bastato leggere bene il progetto di Italgest per capire che diceva altro rispetto alla nota recapitata venerdì. Il nostro territorio agricolo non è in grado di supportare quei dati forniti da Coldiretti. Non è stata inoltre effettuata alsono sacrosanti - ha aggiunto Piccinno - Noi affoghiamo nell'olio, soprattutto quest'an - no. E non ci si può accusare di non fare gli interessi di questo territorio, perché siamo impegnati a difenderlo e a tutelarlo dal lunedì mattina alla domanica notte».

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