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Nello Speciale di Sudnews, http://www.discutiamosu.it , si possono trovare molte discussioni su vari argomenti: "Pari Opportunità, Classi Sociali, Etnia e Per ogni Essere Umano", da leggere e commentare. Ne riproponiamo una molto interessante e di interesse sociale: "Omosessualità, emarginazione e discriminazione". Chiunque voglia lasciare il proprio commento può farlo, previa registrazione al sito. Il messaggio verrà pubblicato non appena la redazione lo leggerà.
"I casi di discriminazione e di emarginazione rispetto all'omosessualità sono ancora oggi tanti, malgrado l'apparente emancipazione sociale della nostra società. Ieri La Stampa ha pubblicato un'intervista a Vittorio Messori, famoso scrittore di dichiarata natura cattolica. Il signor Messori è stato intervistato in merito all'alto numero di omosessuali presenti nei seminari cattolici e alla possibilità che il Vaticano decida, non si sa bene attraverso quali strumenti, di chiudere le porte del sacerdozio ai non eterosessuali. Lo scrittore sostiene che in passato la Chiesa fosse molto attenta nei controlli e nelle barrire poste all'accesso nei seminari e monasteri agli omosessuali. Aggiunge che successivamente, però, il "no alla discriminazione" abbia "permesso" l'accesso "in massa" agli omosessuali. Così come in passato alcuni politici hanno dichiarato di essere favorevoli al divieto per gli omosessuali di accedere ad alcune professioni, come quella dell'insegnamento, oggi ancora riaffiora l'idea per cui l'orientamento sessuale possa o addirittura debba essere un requisito per l'idoneità ad una professione o ad un ruolo sociale. Ancora più grave questo se si considera che, inevitabilmente, questo discorso riferito all'omosessualità fra i preti crea facile spunto per il collegamento, sottolineato nell'intervista menzionando le accuse di molestie fatte a don Pierino Gelmini e altri casi analoghi, con la ben diversa problematica, molto diffusa purtroppo nelle chiese, della pedofilia, che ha a che fare con l'omosessualità quanto l'eterosessualità con la pedofilia su bambine, ovvero nulla più di un presupposto. Tralasciando la tesi dello scrittore che sostiene che poco di grave ci sarebbe, nel caso di don Gelmini, se avesse toccato qualche ragazzo avendone però, nel suo essere pastore di anime, salvati migliaia, questa intervista deve essere uno spunto per riflettere sul ruolo che ancora viene riservato all'omosessuale nella nostra società, non solo nell'ambito religioso ma in quello lavorativo e sociale. Credete sia giusto che l'orientamento sessuale sia una discriminante nell'accesso ad un'attività lavorativa? Credete sia giusto che ancora oggi molto spesso l'omosessuale sia ritenuto un soggetto pericoloso se inserito in particolari contesti, o comunque non idoneo a esercitare ruoli o professioni come un eterosessuale?
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