Il 27 per cento del territorio italiano è esposto ad un elevato rischio di erosione. Le regioni della Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna mostrano un processo di desertificazione già avanzato. Queste alcune delle stime effettuate dall'Unione Europea che verranno presentate nel corso del 'II forum internazionale' per combattere la desertificazione nel bacino del Mediterraneo. Il degrado e le principali cause della desertificazione in atto sarebbero da attribuire - secondo quanto sottolinea un comunicato del Ministero dell'Ambiente - alla crisi dell'agricoltura tradizionale e all'abbandono dei centri urbani. Fenomeni che, ad un assetto tradizionale del paesaggio costituito da sistemi di coltivazione e di habitat a forte compenetrazione naturale e a basso consumo di risorse, sostituiscono, invece, un modello di cementificazione massiccia, il dispendio energetico e l'inquinamento ambientale. (FM)

L'incontro, previsto a Matera vuole anche essere un primo appuntamento promosso in vista della seconda conferenza delle Nazioni Unite sulla desertificazione che si terrà, invece, a Dakar dal 30 novembre al 10 dicembre 1998, per concordare un programma comune dei paesi del Mediterraneo ed iniziative specifiche da attuare a partire dal prossimo anno nella lotta alla desertificazione. La desertificazione - secondo quanto rende ancora noto un comunicato del ministero dell'Ambiente - interessa oltre cento paesi minacciando la sopravvivenza di più di un miliardo di persone. La situazione è particolarmente drammatica nelle zone aride dove circa il 70 per cento delle aree, corrispondenti a 1/4 dell'intera superficie terrestre, risultano minacciate.

Al forum di Matera, interverranno esperti e rappresentanze politiche al più alto livello di tutto il bacino mediterraneo. L'incontro, nelle sue tre sessioni, analizzerà le conoscenze e i saperi tradizionali e locali per la conservazione delle risorse naturali; affronterà le politiche e le misure dei governi per combattere la desertificaizone e avviera' uno stretto coinvolgimento delle popolazioni locali, delle Ong e delle comunità nella messa a punto di programmi partecipati di intervento.