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De Gregori e Pelù, tarantolati d’autore

Data: 12/11/2006 - Ora: 18:15
Categoria: Cultura

Se volete ascoltare qualcosa di davvero inaspettato, abbiamo il disco che fa per voi. Voglio dire: uno ascolta i dischi, e sa già come vanno a finire. Male, di solito. Non che si pretenda un artista ancora capace di mettersi in discussione, ma che so: una piroetta, un passettino fuori dal seminato. E invece niente. Così, è una festa se ti capita per le mani «La Notte della Taranta 2005-Live in Melpignano». Voi sapete tutto, vero?, della Notte della Taranta. Ogni anno, nel cuore del Salento, si celebra il rito antichissimo del ballo tarantolato, delle pizziche e delle tarantelle, delle musiche d'Italia che hanno il ritmo dentro, e mica devono insegnarcelo gli americani. Migliaia e migliaia di spettatori che ballano fino all'esaurimento.

Il grande stregone della Notte è Ambrogio Sparagna, direttore dell'Orchestra Popolare La Notte della Taranta; e Sparagna, in quella magica edizione - ma tutte le edizioni sono magiche - portò scelti artisti (li porta ogni anno, ma quella volta erano sceltissimi) a condividere e partecipare all'inebriante rito collettivo. Il disco è la testimonianza sonora di alcuni momenti di quel rito.

Ascoltatelo, e fermate i piedi, se vi riesce. Tanto, non ci riuscite. E preparatevi agli stupori: c'è uno che canta le terzine della Commedia di Dante sul ritmo indiavolato della pizzica, e ha la voce identica a De Gregori... Ma no, leggi qui, è davvero Francesco De Gregori, tarantolato pure lui; più avanti, si produrrà pure in un canto popolare in greco-salentino. E che dire di questo stornellatore che canta maggio contrappuntato da un bel coro femminile? Ma è Piero Pelù, guarda te, fiorentino verace: e francamente mi piace più di quanto mi sia mai piaciuto quando fa il rock; ma la cosa più bella è «Porta Romana» (non la versione soft di Gaber, ma quella autentica e maledetta...) interpretata magistralmente da Davide Van De Sfroos, che unisce l'Italia duettando con il pugliese Antonio Castrignanò che si produce in un analogo canto della mala, però salentina...

E poi ci sono Giovanna Marini che incontra Antonio Amato in «Damme nu ricciu», e Sonia Bergamasco che interpreta una straordinaria «Donna Lubarda», e poi il Sud Sound System e Pino Ingrosso e un profluvio di voci e strumentisti incredibile. Non è un disco, questo: è uno scrigno, una caverna di Alì Babà, un'isola del tesoro. Da non lasciare mai.

gabfer@lastampa.it

Orchestra Popolare La Notte della Taranta
La Notte della Taranta 2005
Parco della Musica Records, s.i.p.

Autore: Gabriele Ferraris, La Stampa

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