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Data: 15/03/2002 - Ora: 12:14
Categoria:
Politica
. Tipo la prostata di Giuseppe, pensionato infelice e perdente. Che ha sessantasette anni e che ieri a mezzogiorno bestemmiava a bassa voce contro il governatore Fitto: «Gli auguro di invecchiare bene, e di non avere mai problemi di prostata. Vabbé che a quelli le medicine gliele regalano». Giuseppe entra da Sbiroli, farmacia di via Putignani, e si toglie il cappello e allunga la mano e dice cordiale buongiorno dottore. Fa così tutte le settimane da dieci anni dieci. Gli fanno trovare una busta di plastica con dentro sempre le stesse scatolette: Finastid. Roba specifica per la prostata, una confezione venti euro e cinquantacinque. Quattro scatole fanno ottantadue euro e rotti. «Tra dieci giorni dovrò pagarle: prendo un milione al mese di pensione. Mi dica lei se è una cosa possibile?».
C'è, nel ritocco al ricettario annunciato dalla Regione, un «che di sadico» dice una signora. E il farmacista, una volta tanto, le fa da sponda: «Quando si vuole ridurre la spesa sanitaria, è facile puntare sul settore farmaceutico: è quello più facile da tenere sott'occhio. Ma i cittadini poi li sentiamo noi». La signora: «Troppo, paghiamo troppo, lo deve scrivere». Entra una sulla cinquantina, scusi signora, la regione ha deciso che, «lasci perdere» dice. Ordina cinque scatole di «En», tranquillanti, prescrivibili ma non rimborsabili. Dice il dottor Sbiroli: «Vede, le persone non ne possono più. Si lamentano sempre e adesso ci mancava anche questa storia della modifica». Si calcola, in media, che i farmaci un centinaio compresi nel nuovo corso «paga e curati» costino dai tre ai cinquanta euro. Molti sono cortisonici, antistaminici; e in questo periodo, con le allergie che impazzano, vanno via come il pane. Il Celestone, per dire. Lo prescrivono ai neonati malati di bronchiti asmatiche. O lo Zaditen, antistaminico. Non è che costino uno sproposito. Ma è il concetto. Farmacia Berrino, corso Cavour: «I cittadini leggono i giornali e poi si arrabbiano con noi. Aspettiamo. Aspettiamo la pubblicazione sul bollettino ufficiale regionale. Per la verità, le riviste specializzate l'avevano anticipato già da un po': la Puglia farà pagare parecchi farmaci normalmente rimborsabili».
Non ci sono più i ticket: è questo il problema. «E da qualche parte i soldi dovranno pur tirarli fuori per coprire i buchi». Prova a lenire l'attesa della mazzata che verrà la signora Anna, infermiera e oggi qui per comprare un antibiotico per il figlio malato. «Eppure la devono smettere di salassare i cittadini. Perché, per esempio, non iniziano a chiudere reparti ospedalieri inutilizzati, e a tagliare le mille spese di ospedali come il Policlinico?». Lavora lì Anna, e giura: «Sapesse quanti soldi buttano via in quell'ospedale. Eppure la Regione adesso fa pagare anche le sedute di riabilitazione, gli esami di reumatologia, e tutte le cure di odontoiatria. E' diventato tutto a pagamento». Si va verso la privatizzazione. «No, si va alla deriva».
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