Un disegno di legge di tutta la maggioranza per modificare il sistema elettorale del Csm è stato presentato al Senato. L'iniziativa, che si ispira al noto ''lodo Tinebra'', dal nome del procuratore di Caltanisetta che ha proposto una diversa composizione del Csm che rispetti maggiormente la proporzione reale di giudici e pm, iniziativa illustrata oggi in una conferenza stampa a Montecitorio, ha come obiettivi di fondo la limitazione del peso delle correnti e di contrastare la maggiore ''visibilità'' dei pm e quindi la ''possibile sovrapposizione che essi sono in grado di conseguire per effetto del maggior risalto che alla loro azione conferiscono i mezzi di informazione''. In pratica il ddl, di 6 articoli, si propone due collegi nazionali, uno per i magistrati di cassazione (come già avviene) ed uno per i magistrati di merito. Con il collegio nazionale si vuole depotenziare le spinte localistiche e valorizzare l'aspetto più propriamente professionale del magistrato. In secondo luogo si punta a delimitare il numero dei pm individuando quote che riproducano la reale consistenza dei magistrati giudicanti e quelli inquirenti (i pm). I firmatari del ddl (tutti i responsabili giustizia delle forze di maggioranza) hanno previsto un riparto dei 18 seggi (detratti quelli della Cassazione) con la proporzione di 5 a 13 in rappresentanza dei 2.400 pm rispetto agli oltre 6.000 giudici. (MN)