Il conto dei ristoranti sempre più salati e diventa difficile andarci per una famiglia italiana
Domenica mattina: giornata un po’ scura; in ogni caso, non piove, dunque la simpatica famigliola De Blasi (due bimbe di dodici e nove anni, giovane e bella mamma, papà) ritiene che si possa fare una bella gitarella fuoriporta. La provincia offre "di tutto e di più", come sempre, per tutto l’anno. Capatina a Collepasso per la storica fiera degli animali, poi verso Gallipoli, a mangiar qualcosa. Sul lungomare Galilei, incroci la prima trattoria-pizzeria aperta. Senza pensarci troppo sù, si entra: la fame bussa e con le bimbe c’è poco da discutere… Il posto sembra accogliente, il nome evoca il mare che abbiamo di fronte. Tutto bene, o quasi. Si ordinano quattro primi piatti e due secondi, due bibite in lattina, una minerale, patatine fritte ed un quarto di ananas: totale 58,50 €. Troppo, il giusto, poco? Personalmente, propenderei per la prima ipotesi; calcolando con il "vecchio" sistema, la mia "simpatica famigliola" finisce per spendere oltre centodiecimilalire per andare a mangiar fuori, in maniera, peraltro, neanche troppo abbondante. In verità, mi è stato già obiettato che poteva andare peggio e che, effettivamente, a parecchi turisti, l’estate scorsa, è realmente andata peggio. Ma quando leggo, dal dettaglio della ricevuta fiscale, oltrechè dal menù, che una bistecca costa 9,00 € (oltre diciassettemila lire!), una scaloppina 7,00 (oltre quindicimila!), una bibita 1,50 (circa tremila lire!) e che, ciliegina!, ci andiamo a beccare quasi dodicimila lire di "coperti" (insana tradizione "turistica" salentina, quasi del tutto sconosciuta nel resto d’Italia), qualche dubbio viene a galla, qualche quesito si pone, qualche "pia intenzione" (magari proprio quella di evitare, in futuro, quel ristorante…) si fa avanti. Ma, allora, è proprio vero che, dalle nostre parti, qualcuno non ha ancora imparato il cambio lira/euro. Troppi i posti in cui un euro è calcolato come se valesse le vecchie mille lire. A chi giova, tutto questo? Non al povero cliente, che la prossima volta eviterà di ri-cascarci. Non al ristorante del lungomare Galilei, che ha perso un cliente, guadagnandosi pessima pubblicità nel parentado ("Non ci andate! Non ci andate!"). Forse, allora, gioverà al ministro Tremonti, che in questo modo risanerà i conti pubblici e che, comunque, sin dalle prime, storiche apparizioni televisive dimostrava scarsa dimestichezza con la matematica (ricordate il "buco" di bilancio lasciato dai comunisti?). Ai posteri…
Comunque, da parte nostra, cercheremo di attrezzarci: alla prossima gita,panini!
Autore: Gabriele De Blasi