Emir S., un bimbo di sei mesi, è morto a Roma nel campo nomadi della Magliana. I carabinieri sono stati chiamati stamani dai genitori del piccolo, i quali hanno riferito che il bambino soffriva di disturbi di carattere respiratorio per i quali era stato ricoverato più volte in ospedale. "Mio figlio non è morto di freddo perché nel camper ho una stufa a legna che funziona bene", ha detto la madre ventiduenne. "Lo avevo curato con antibiotici e gli avevo fatto l'aerosol, come mi avevano detto i medici. Non so proprio perché è morto". La famiglia del piccolo è di origine bosniaca. È giunta in Italia dal 1992 dopo essere fuggita da Vlasenika, un paese a circa 70 chilometri da Sarajevo, e fa parte di una comunità di rom stanziali. (MN)

«Questa gente ha sempre vissuto in case. Non sono nomadi abituati a viaggiare e hanno il diritto di vivere in condizioni umane», ha detto il presidente dell'Opera nomadi del Lazio, Massimo Converso, chiedendo di nuovo l'immediato invio nei campi di prefabbricati e l'attivazione di presidi socio-sanitari nei campi nomadi comunali di Magliana, Ciampino e del Collatino. La prossima settimana nel campo nomadi Casilino 700, dove il 25 gennaio morì di freddo un altro neonato, sarà attivato sei giorni su sette un presidio socio-sanitario.