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Critiche durissime dal comune di Brindisi alla Regione Puglia

Data: 21/08/2002 - Ora: 09:09
Categoria: Politica

La Regione Puglia ha revocato in maniera definitiva un finanziamento di quattro miliardi di lire concesso alla Provincia per il completamento del restauro del Castello Alfonsino. Come è noto, nel periodo in cui l’avvocato Lorenzo Maggi era sindaco di Brindisi, la Provincia chiese ed ottenne di progettare il restauro di questo bene monumentale. Grazie a ciò, ottenne un primo finanziamento POR di tre miliardi di lire ed un finanziamento POP di analogo importo. Denaro impiegato per realizzare la prima fase del restauro. Dopo di che, la Regione Puglia ha giudicato ammissibile a finanziamento anche un progetto presentato dalla Provincia nell’ambito della misura 2.1 dei POR (a discapito di un progetto presentato con le stesse finalità dal Comune di Brindisi, a conferma di scelte effettuate con un "taglio" politico e non certo "tecnico".

In caso contrario, si sarebbe dovuto tenere in considerazione il fatto che la Provincia non ha competenze specifiche in materia di beni monumentali). In ogni caso, per l’utilizzo dei quattro miliardi di lire di finanziamento, la Provincia dapprima varò un bando pubblico, per poi ritirarlo e affidare la progettazione alla BSH. Una decisione contestata dagli ordini professionali degli architetti e degli ingegneri, tanto è vero che il TAR ed il Consiglio di Stato hanno accolto il ricorso. Gli amministratori provinciali, a quel punto, hanno cercato di risolvere il problema in extremis, affidando la progettazione all’ingegnere capo dell’ente, ma evidentemente la Regione non ha ritenuto valida tale scelta e quindi ha revocato il finanziamento che, a questo punto, non potrà essere assegnato al Comune e quindi servirà a finanziare progetti di altre città.
Vale la pena ricordare che, sino ad oggi, il Comune di Brindisi non ha perso una lira di finanziamenti, utilizzandoli per il restauro della Colonna romana, di Porta Napoli, del Bastione San Giacomo e del Bastione Arruinato. Quanto, invece, al Castello, va detto che resta incompleto e che la Provincia ha anche dismesso la custodia del bene, con la conseguenza che lo stesso resta in balia dei vandali. Inoltre, di recente si sono verificati dei crolli che rischiano di vanificare gli interventi di restauro eseguiti sino ad oggi.
Per quanto riguarda, invece, Forte a Mare, i quindici miliardi di lire messi a disposizione della Sovrintendenza attraverso il gioco del Lotto non sono risultati sufficienti, visto che ne occorrono almeno altri dieci. Come dire, insomma, che rischiamo di trovarci di fronte all’ennesima "incompiuta". Sfuma, pertanto, l’obiettivo di realizzare un compendio turistico comprendente il porticciolo turistico (l’unica cosa effettivamente realizzata, ma con l’intervento del Comune), il Castello Alfonsino e l’Opera a corno. A questo punto, l’Amministrazione Comunale lancerà una manifestazione di interesse a livello internazionale, allo scopo di verificare la possibilità di coinvolgere soggetti privati nel completamento delle strutture e nel loro utilizzo a fini turistico-ricettivi. Il tutto, con l’obiettivo di proporre alla Sovrintendenza una successiva gestione pubblico-privata, così come è avvenuto a Otranto ed a Trani. Quanto all’operato della Provincia, infine, va detto che la perdita di finanziamenti è frutto di un maldestro tentativo di aggirare le leggi, attraverso il coinvolgimento della BSH che da "idea brillante" per il cofinanziamento di opere in questo caso si è trasformata in contenitore di incarichi professionali affidati ai soliti amici degli amici.

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