Un braccio di ferro dalle imprevedibili conseguenze è stato ingaggiato ieri sera dal presidente dell'Ecuador Jamil Mahuad con i sindacati e con le forze sociali del paese mobilitate contro la politica economica del governo. Di fronte ad uno sciopero generale di 48 ore che avrebbe dovuto cominciare oggi ed ai saccheggi di negozi avvenuti a Portoviejo (240 chilometri a sud-est di Quito), Mahuad ha optato per una drastica risposta: l'imposizione dello stato di emergenza su tutto il territorio nazionale tutelato dalle forze armate e dalla polizia. (FM)

L'annuncio della misura è stato fatto dal ministro dell'interno Vladimiro Alvarez, che in una conferenza stampa ha ordinato la sospensione di qualsiasi attività pubblica oggi e domani, con il riposo forzato di tutti i dipendenti pubblici e privati. Nello stesso tempo Alvarez ha prolungato per altre 48 ore la chiusura delle banche, già decretata per lunedi' e ieri di fronte ai consistenti ritiri di depositi.

Il presidente del Fronte unitario dei lavoratori, Fausto Dutan, ha replicato gettando un guanto di sfida al governo:

''Questo è uno sciopero del popolo ecuadoriano. Tutti i lavoratori parteciperanno attivamente. Oggi o mai più. Ci hanno sottoposto ad un calvario senza fine e alla morte''.