Intervengono i deputati salentini Ria, Rotundo (Unione) e Dell'Anna (Cdl)
Il presidente Casini ha dichiarato inammissibili le parole del maxi - emendamento presentato dal governo alla Finanziaria 2006, che avrebbero consentito di utilizzare le risorse destinate alla cassa integrazione e alla mobilità dei lavoratori delle aziende in crisi, anche per il rilancio del TAC pugliese.
"Sarà stata sicuramente una scelta tormentata, ma dovuta, per non coprire di ridicolo il lavoro della Commissione parlamentare e per tutelarne la dignità- dicono Ria e Rotundo. Avevamo già denunciato, infatti, la contraddittorietà e l’iniquità del provvedimento del presidente leghista della Commissione Bilancio, che aveva ritenuto inammissibile, per estraneità alla finanziaria, l’emendamento unitario dei deputati salentini finalizzato a prevedere 120 milioni di euro nel triennio 2006 –2008 a sostegno dell’innovazione ed internazionalizzazione del Tac pugliese. Contraddittorio perché la finanziaria prevede espressamente provvedimenti a sostegno dei settori industriali in crisi.
Iniquo perché lo stesso presidente della Commissione aveva invece ammesso un emendamento di un deputato di AN uguale al nostro, ma riservato ai distretti del mobile del Veneto".
Solo nella giornata precedente un altro deputato salentino, esponente di maggioranza, Gregorio Dell'Anna aveva dichiarato: "Le risorse finanziarie consentono anche di essere utilizzate per la CIG (Cassa Integrazioni e Guadagni straordinari) e a favore della mobilità e della disoccupazione speciale per i lavoratori delle aree di crisi. Inoltre, possono essere destinate ad azioni di reimpiego dei lavoratori coinvolti. Queste ultime iniziative a sostegno dei lavoratori, a differenza della reindustrializzazione che sarà finanziata attingendo ai fondi della legge 311/2004, saranno, invece, finanziate attingendo anche alle risorse previste dalla legge 236/1993. Quello che oggi – continua il deputato di Forza Italia – è stato posto a cardine dell’intervento per il TAC previsto dalla Finanziaria è, in sostanza, quanto era stato proposto da Fitto al governo due anni fa senza successo ed è un intervento di grande prospettiva per l’industria pugliese perché supera il concetto di assistenzialismo e assicura risorse a chi ha reali capacità imprenditoriali".
Questo prima del pronunciamento di Casini sulla inammissibilita. "Dopo tutto ciò, il presidente Casini non aveva altra via, continua Ria - o coprire di ridicolo la Camera dei deputati o bocciare il governo. Ha preferito la seconda scelta.
Serietà e correttezza avrebbero invece richiesto che il nostro emendamento fosse valutato e approvato in Commissione, senza voler attendere il colpo di scena del governo che, invece, ha reso possibile il colpo di scena del presidente Casini che ha segnato la fine di ogni speranza, almeno per questa legislatura, per i distretti pugliesi del TAC.
Al di là dell’aspetto formale, però, riteniamo necessario entrare nel merito della parte del maxi - emendamento del governo, relativo al TAC, bocciato dal presidente Casini.
Quella parte di emendamento, anche se fosse stata ammessa ed approvata, non avrebbe avuto alcun effetto concreto, perché era una semplice azione propagandistica.
La parte di emendamento non ammessa, che prevedeva di utilizzare le risorse destinate alla cassa integrazione e alla mobilità dei lavoratori delle aziende in crisi anche per il rilancio del TAC pugliese, era infatti puro gioco illusionistico.
Le risorse disponibili sono già oggi largamente insufficienti a coprire le esigenze primarie cui sono destinate, cioè i provvedimenti di sostegno ai lavoratori espulsi dalle fabbriche.
Il rammarico più grande è che a pagare siano solo la Puglia e le aziende e i lavoratori del Tac pugliese".